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Il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta risponde al post del parà su facebook

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La Trenta non smette mai di stupire. Il suo costante interesse nel trattare le tematiche più delicate,  la consacra probabilmente come il Ministro della Difesa più “social” di sempre , costantemente pronta ad intervenire in prima persona laddove se ne rappresenti la necessità . In questo caso, con il suo “post”, ha lasciato attonito un parà malato che, poco prima, aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook una lettera aperta indirizzata al Vice Premier Di Maio, esprimendo i propri dubbi sull’ operato del governo e dello stesso Ministro della Difesa, riguardo ai militari malati per colpa dell’uranio, oltre ad esternare profonda incertezza sul proprio futuro .

Il parà in questione è Walter Cecchettin, Caporal Maggiore della Brigata Folgore, rimasto vittima del linfoma di Hodgkin a causa della contaminazione da Uranio Impoverito durante la guerra del golfo. L’ex parà, nella missiva, elenca le battaglie sostenute per via del male contratto, accusando il governo di non aver provveduto a mantenere le promesse fatte. Nella discussione che ne è conseguita, l’inaspettato intervento del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha lasciato tutti di stucco : la Difesa non può e non deve abbandonare i suoi uomini che hanno messo la propria vita a disposizione della patria. Non lo permetterò – ha dichiarato il Ministro –


Sono anni che lotto, come altri commilitoni, contro il linfoma di Hodgkin, assumendo medicine e confidando nella Magistratura, che tengo per mia garante ed ultima speranza – scrive Cecchettin –  Avevamo riposto, noi malati, tante speranze nel Suo Movimento, che volle la IV Commissione Parlamentare, organo che amo definire la “Commissione verità”.

Nel suo scritto, Cecchetin , tra gli altri, cita anche  gli On.li Grillo e Rizzo: furono commoventi per la loro vicinanza e la tenacia con cui vollero la relazione conclusiva ed il progetto di Legge che firmò anche Lei – continua l’ex parà rivolgendosi a Di Maio – In seguito, l’On. Rizzo, all’atto della Sua nomina a Presidente della Commissione, promise di far ripartire i lavori dal punto in cui si trovavano senza ulteriori audizioni, ovvero da quando l’On. Scanu terminava il Suo mandato. Mi è doloroso constatare che tutto sia finito in parole, nell’abiuro della proposta di Legge.

Rivolto sempre a Di Maio, Cecchettin scrive parole dure contro la Trenta: La Sig.ra Ministro ha fatto ricevere tanti malati da una sua collaboratrice, che si è poi scoperto essere indagata – sostiene l’ex parà- Sono un paracadutista della Brigata Folgore e sono garantista, ma sono perplesso, se non sconcertato, che cose tanto private ed intime siano state affidate a persona che, obiettivamente, poco rappresenta un Ministro della Repubblica, un Ministro del “Governo del cambiamento”


Non so quanto ancora dovrò lottare per me e per la mia famiglia  che oggi sopravvive grazie alla generosità di colleghi ed amici – conclude Cecchettin – Mi dica, Sig. Presidente: posso continuare a sperare? Oppure anche questo Governo sarà l’ennesima delusione per chi, come me, è stato dimenticato dalla Patria che ha servito?

La risposta del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta

Probabilmente il parà Cecchettin non si aspettava un ritorno mediatico di tale portata, invece il post è finito proprio sotto gli  occhi  della Trenta , che come spesso accade, non ha esitato a metterci la faccia e a rispondere direttamente sul profilo del Caporal Maggiore. Vi proponiamo in anteprima il testo integrale della risposta:

Elisabetta Trenta

Caro Walter Cecchettin lei scrive a Luigi Di Maio e mi fa piacere abbia fiducia in lui , ma devo risponderle e tranquillizzarla. La commissione Scanu non è stata inutile. I risultati sono stati considerati per identificare azioni da porre in essere ancora più favorevoli ai malati. Sto incontrando tanti di voi, alcuni con l’aiuto di VEronica, una persona di assoluta fiducia e di grandissimo cuore.

 

Una persona che purtroppo ha ricevuto un’avviso insieme ad altri docenti di una università perché un giudice indaga su degli esami che qualcuno dice fossero fatti per finta. Ma la dottoressa Fortuzzi, che ha fatto solo il suo lavoro di docente dipendente di una società, era una delle professoresse che bocciava di più. Ora mi dispiace molto che si voglia usare questa storia, per colpire la sottoscritta. Veronica non lo merita assolutamente.


Ma, d’altra parte, lo hanno fatto i giornali e quindi… detto questo, io sono sconcertata per l’azione di sfiducia che qualcuno instigata nei malati nei confronti della nostra azione. Sembra quasi che qualcuno voglia impedirci di risolvere. E non sto parlando della difesa. So che siete stati presi in giro per troppo tempo.

Chiedo scusa da parte dello Stato per questo. Io non lo sto facendo. Io lotterò contro chiunque cercherà di impedirmi di assicurare ai malati e alle loro famiglie la giusta attenzione e di assicurare il loro diritto a ricevere un indennizzo per il male subito. Glielo assicuro. Ho incontrato alcuni militari del Tuscania. Capisco che in questo momento non le è possibile muoversi. Se vuole che incontri un suo familiare lo farò volentieri. Walter io penso che la Difesa non può e non deve abbandonare i suoi uomini che hanno messo la propria vita a disposizione della patria. Non lo permetterò.

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