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Il generale Carlos Luis Malatto ,accusato di torture e crimini contro l’umanità sarà processato in Italia

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E’ arrivata l’autorizzazione a processare in Italia l’ex militare Carlos Luis Malatto, accusato di crimini contro l’umanità, che dal 2011 vive in piena libertà in Liguria. L’Argentina ne ha chiesto l’estradizione dal 2012, ma il nostro Paese non l’ha mai concessa. Ora il ministro Andrea Orlando, in base all’articolo 8 del nostro codice penale, ha firmato l’autorizzazione a processarlo in Italia. L’Italia non può essere il Paese dove si rifugiano i torturatori latinoamericani: questo chiedeva da tempo Jorge Ithurburu, fondatore di 24marzo (l’associazione che si occupa di ridare giustizia alle vittime delle dittature latinoamericane), che denunciò Malatto cercando in giro per il mondo i parenti delle vittime, con l’obiettivo di portarle a Roma a testimoniare.

Perché Malatto è in Italia. L’ex militare fuggì prima in Cile e poi, in virtù del doppio passaporto, in Liguria (il nonno era di Sestri Levante), accolto in una parrocchia. Proprio in qualità di cittadino italiano finirà in giudizio per i reati commessi in Argentina tra il 1975 e il 1977 quando era tenente nel Reggimento di Fanteria di Montagna dell’esercito argentino. Come ha fatto Malatto a vivere libero e tranquillo in Italia fino ad ora, nonostante tre distinti ordini di cattura emessi in Argentina e la domanda di estradizione presentata nell’agosto del 2012, sulla base di atti che risalgono al 15 agosto 2011 dal tribunale federale della Provincia di San Juan? La risposta sta nelle pieghe della giustizia italiana, percorso che Malatto ha affrontato avendo come difensore l’avvocato del capo della P2, Licio Gelli.  Nell’aprile 2013 la Corte d’Appello de L’Aquila qualificò come crimini contro l’umanità, pertanto imprescrittibili, i reati a lui ascritti e confermò la  sussistenza delle condizioni per l’estradizione. Poi, il colpo di scena: la Cassazione il 17 luglio 2014 ribaltò le carte dichiarando non sussistenti le condizioni per l’accoglimento della domanda di estradizione avanzata dalla Repubblica argentina. Di conseguenza, l’Argentina non ha potuto condannare Malatto. Ora finalmente la svolta: il documento firmato dal ministro Orlando va in senso inverso alla decisione della Cassazione e “richiede che si proceda nello Stato nei confronti di Carlos Luis Malatto per i fatti commessi in Argentina dal 75 al 77”.

La P2 e la dittatura argentina. I legami tra P2 e regimi argentini sono stati già svelati nello storico processo Esma che Repubblica.it ha seguito in tutte le sue fasi a Rebibbia, processo dove emerse in particolare la testimonianza di Victor Basterra, imprigionato nell’Esma e costretto a realizzare, nei sotterranei delle torture, quattro passaporti falsi per Licio Gelli. Erano infatti iscritti alla loggia massonica P2 diversi esponenti della giunta golpista di Videla, tra cuil’ammiraglio Massera e il generale Mason. Quando fu trovato, Gelli aveva indosso i passaporti fatti per lui nella Esma, dove sono morti più di trentamila persone.

I crimini. Omicidio plurimo aggravato, sequestro di persona a scopo di estorsione e violenza sessuale nei confronti di cittadini stranieri, si legge nel documento firmato dal ministro della Giustizia. In particolare, secondo la denuncia presentata dall’associazione 24 marzo.it al giudice Tiziana Cugini ( la stessa che si sta occupando del processo Condor, in corso in questi mesi a Roma), Malatto è accusato per l’assassinio di Juan Carlos Cámpora, fratello dell’ex presidente della República Argentina Héctor José Cámpora, e rettore dell’Universidad Nacional de San Juan; per l’assassinio, la tortura e le violenze sulla modella franco franco-argentina Marie Anne Erize Tisseau, coraggiosa e bellissima donna  che aiutava gli argentini a fuggire in Francia durante la dittatura; per l’omicidio di Jorge Alberto Bonil, un ragazzo che faceva il militare nel reggimento comandato da Malatto; per la morte di José Alberto Carbajal, vicino ai montoneros ed ai peronisti.

I familiari delle vittime. Arriveranno prossimamente in Italia per assistere al processo. L’associazione 24 marzo si sta organizzando per completare la lista e portarli a Roma davanti ai giudici a testimoniare quanto accaduto ai loro cari. Carvajal fu sequestrato il 29 luglio del 1977 e morì in carcere il 18 agosto a causa delle torture. Fecero passare la sua morte per suicidio, ma l’autopsia dimostrò che non era così. Campora, che fu il primo rettore dell’Universidad provincial Domingo Faustino Sarmiento (che poi diede origine all’Universidad Nacional de San Juan), fu sequestrato il 25 febbraio 1977. Bonil, che stava facendo il servizio militare, sparì il 28 febbraio 1977. Erize, fu sequestrata il 15 ottobre del 1976 dopo che si era trasferita da Buenos Aires a San Juan, dove fu arrestato anche il suo compagno Daniel Rabanal, anche lui Montoneros.

fonte:

http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/11/04/news/argentina_malatto_sara_processato_in_italia-126615813/

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