lo scorso 1 aprile, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, si è recato presso la caserma “A. Gandin” di Roma, sede del Comando Brigata “Granatieri di Sardegna”, per una visita ufficiale al Comando del Raggruppamento “Lazio-Abruzzo” e, successivamente, ad alcune pattuglie dell’Esercito impiegate nell’operazione “Strade Sicure”.
Ricevuti gli onori militari, il Capo di SME, unitamente al Sottufficiale di Corpo dell’Esercito, 1° Luogotenente Antonino Pellegrino, è stato accolto dal Comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna”, Generale di Brigata Liberato Amadio e dal Sottufficiale di Corpo, 1° Luogotenente Antonio Botta.
Il Generale Serino ha poi preso parte, presso la Sala Operativa del Raggruppamento, a un briefing operativo sull’operazione “Strade Sicure”. In particolare, è stato aggiornato sulle attività operative in corso e ha ricevuto un punto di situazione sulle infrastrutture e sulla sistemazione alloggiativa dei reparti impiegati nelle regioni Lazio e Abruzzo.
“Tra pochi giorni è la Santa Pasqua”, ha scritto il Capo di SME firmando l’Albo d’Onore, “questo ci riporta al significato vero e profondo della nostra professione:
essere vicini ai nostri affetti e ai nostri concittadini anche quando siamo lontani. Altrettanto semplicemente, agli uomini e alle donne del Raggruppamento Lazio-Abruzzo, dico GRAZIE RAGAZZI!”
La visita è proseguita presso alcuni siti della città di Roma presidiati da personale dell’Esercito, in particolare l’area antistante l’Istituto Superiore di Sanità, la basilica di Santa Maria Maggiore, l’Arco di Costantino e la residenza dell’Ambasciatore del Belgio.
Il Capo di SME ha voluto così salutare personalmente gli uomini e le donne che operano presso queste aree sensibili dell’Urbe, ringraziandoli per il lavoro che stanno svolgendo e formulando loro gli auguri per la Santa Pasqua, da estendere anche alle rispettive famiglie.
Tutte le attività si sono svolte nel pieno rispetto delle norme di distanziamento e di contenimento del contagio da COVID-19.
FONTE ESERCITO ITALIANO