Le Forze Speciali esistono ma non si vedono, agiscono nell’ombra e nel più completo anonimato per garantire ai colleghi di aprire nuove scenari operativi con il massimo della capacità d’informazione disponibile. Spesso osteggiati e da molti osannati come Dei, questi uomini hanno addestramenti così particolari e al limite dell’accettabile che molti lasciano prima di arrivare alla fine dell’iter. Solo i migliori possono dire di essere membri dei reparti speciali, alcuni non possono vantarsi nemmeno di questo.
In Italia le così dette Special Forces o SF sono salite alla ribalta da quando presero parte alla missione ISAF. L’opinione pubblica italiana ne rimase sconvolta, identificandole, nello stereotipo generale, alla stregua di mercenari senza scrupoli. Senza questi uomini che agiscono nella più assolta riservatezza ( o quasi ) gran parte delle missioni cui l’Italia ha partecipato dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi non si sarebbero potute aprire. In Somalia nel 1992 i primi a mettere piede a Mogadiscio furono gli Incursori del nono reggimento d’assalto Col Moschin che identificarono nell’ex ambasciata italiana la centrale operativa del futuro comando della missione IBIS. Oggi come all’epoca, le forze speciali si stanno muovendo silenziose nei teatri d’operazione più caldi ed importanti. L’Is sta avanzando nell’est libico minacciando Harawa, Nufaliya e Bin Jawad. L’obiettivo è piantare le bandiere nere del Califfato nell’area di Ajdabiya, la porta verso i campi della mezzaluna petrolifera, a metà strada tra Bengasi e Sirte. I terroristi sono armati con munizionamento pesante di grosso calibro e viaggiano in pattuglie riccamente armate, la polizia islamica gli accompagna ovunque al fine di avere un controllo capillare per le strade ed incutere timore agli abitanti del posto. In attesa che Roma termini la sua mediazione con i governi libici, una manciata di uomini delle Special operations forces si strebbe già muovendo tra Zuwara e Sabratha. Da tempo, nella zona tra la capitale Tripoli e il confine con la Tunisia, si avvistano militari e servizi segreti italiani. L’operato di questi uomini fantasma in Libia, la cui presenza è ancora da verificarsi con certezza, non significa in alcun modo che si stia per avviare una missione militare nel Paese. Per evitare che venga frainteso il ruolo e l’addestramento tipico di questi corpi selezionati cerchiamo di fare una panoramica generale su chi sono e cosa fanno le Special Forces con particolare attenzione a quelle italiane. I Reparti Speciali sono il primo e più avanzato manipolo di uomini che viene inviato, previa autorizzazione del Governo, in quelle zone ritenute troppo pericolose per l’invio di truppe regolari. Il ruolo di questi soldati è avvolto nel mistero non perché vi sia realmente qualcosa da nascondere ma perché l’anonimato garantisce loro una maggiore incolumità e un lavoro più accurato. Prima dell’avvento della guerra assimetrica, i reparti speciali venivano impiegati per operazioni dietro alle linee nemiche, per compiere sabotaggi, spesso attacchi ed assassini mirati, attività di raccolta informazioni, liberazione ostaggi. Le identità di questi uomini fantasma erano coperte dal Segreto Militare e in caso di cattura non ne veniva riconosciuta la nazionalità dai governi di appartenenza. –