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Finmeccanica-Leonardo, tutte le sfide della Difesa italiana in Europa

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Quella che viviamo è una fase assai delicata dell’industria continentale: si può crescere, o gettare la spugna. Mai come ora l’industria del Paese ha enormi potenzialità da sfruttare e un’offerta eccelsa per essere protagonista nella costruzione della Difesa europea. Ecco, bisogna cogliere queste opportunità ed evitare di mettere la testa sotto la sabbia. Scelte di politica industriale devono prevalere su arretramenti da politica dello struzzo

E’ questa la prospettiva che si pone davanti a gruppi come quello di Leonardo che non si stanno adoperando per giocare un ruolo efficace nelle nuove partnership in ambito sovranazionale che caratterizzeranno il futuro dell’industria europea. E’ bene ricordare che a Bruxelles i prossimi 14 e 15 novembre i ministri della Difesa europei si riuniranno per capire, tra le altre cose, anche le concrete prospettive di avanzamento nel percorso comune per il rafforzamento della Difesa continentale.

Il nostro governo attraverso il ministro Roberta Pinotti, già nella riunione tenuta a Bratislava a fine settembre e soprattutto rispetto a quanto indicato dal “Libro Bianco” della Difesa, ha svolto un ruolo avanzato dal punto di vista propositivo sostenendo, per esempio, come per le missioni europee, oppure per i progetti industriali che interessano tutta l’Unione europea ci possano essere spese conteggiate fuori dal patto di stabilità. Ebbene, in questa ‘conventio’ che sa di futuro il “management” della specifica l’industria nazionale di riferimento, che si chiama Leonardo, dimostra di non stare al passo con l’esecutivo, quasi a volersene tirare fuori.

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