La Marina militare deve continuare ad assumere un posto centrale nel garantire la sicurezza di un Paese immerso nel mare come l’Italia.
Lo ha detto ieri il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, durante la cerimonia di avvicendamento al comando della Marina militare italiana avvenuto a Roma.
L’ammiraglio di squadra Enrico Credendino ha ricevuto infatti oggi la bandiera di guerra della Marina militare delle Forze navali italiane dall’ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, diventando così ufficialmente il nuovo capo di Stato maggiore della Marina.
Il ministro si è detto “orgoglioso” della “lunga navigazione” che in 160 anni ha condotto la Marina italiana ad ottenere un “solido riconoscimento internazionale” grazie al suo contributo alla sicurezza dei mari e delle marinerie mercantili di tutto il mondo.
Le navi italiane sono dislocate in aree strategiche come il Golfo di Guinea, l’Oceano Indiano, il Golfo di Aden, Mare Arabico, Golfo Perisco e naturalmente nel Mediterraneo centrale. E proprio sul dominio marittimo, il ministro ha evidenziato la “crescente competizione internazionale” in particolare per quanto riguarda il Mare Nostrum, dove “attori esterni alla regione che intendono assumere un ruolo centrale” sono sempre più presenti.
“Tutto ciò ci riguarda da vicino”, ha detto Guerini, anche perché l’Italia occupa una posizione “baricentrica” in questo sistema.
“Questo offre grandi opportunità, così come anche criticità: qui dobbiamo giocare il nostro ruolo per contribuire alla sicurezza della regione e continuare a tutelare i nostri interessi e la nostra sovranità”, obiettivo perseguito anche grazie al “nostro contributo qualificato alla Nato e all’Unione europea” e ovalizzando la “robusta rete di relazioni sviluppata con tutti i Paesi della regione”.