"data-block-on-consent="_till_accepted"data-auto-format="rspv" data-full-width>

Difesa: Convegno di Economy su “cybercrime. Pinotti: Siamo in ritardo

"data-block-on-consent="_till_accepted">

Il già Ministro  della DIfesa, oggi  presidente della Commissione Difesa al Senato, Roberta Pinotti, lancia l’allarme sul cybercrime e la gestione del rischio in un periodo storico molto delicato.

Cybersecurity, Pinotti: «Siamo in ritardo, in Francia agenzia nata nel ’91»

Da quanto diporta l’ economy magazine, la presidente della Commissione Difesa del Senato ed ex ministra alla Difesa, intervenendo al convegno di Economy su “cybercrime e gestione del rischio in azienda” ha messo il dito nella piaga delle criticità del nostro Paese sul fronte della sicurezza informatica

Roberta Pinotti è stata la prima ministra della Difesa, la prima donna a sedere – tra il febbraio 2014 e il giugno 2018 – su una delle poltrone più strategiche per la sicurezza del Paese. Oggi è presidente della Commissione Difesa del Senato. Chiamata da Economy a tirare le conclusioni al termine del dibattito sul tema “Cybercrime e gestione del rischio in azienda” che si è tenuto a Monza, ha raccontato lo stato dell’arte della situazione cybersicurezza nazionale quando era al Ministero .

Cybersecurity, l’Italia è in ritardo, ora bisogna correre

«Nel 2015 nel primo piano che mi venne presentato, gli investimenti sul settore della cybersicurezza erano ridotti – ha spiegato – così ho chiamato a raccolta gli stati maggiori e ho detto loro che era un rischio pazzesco. Ho chiesto di investire tutto quello che avevamo, dopo aver subito un attacco fortunatamente non su dati sensibili.  Erano entrati approfittando di una mail che un militare che aveva scritto a casa. Oggi ci stiamo muovendo nel modo giusto, ma siamo in ritardo. In Francia l’Agenzia Cyber è nata nel 1991 e ha più di mille addetti alle procedure giuste.

In Italia dunque siamo partiti un po’ in ritardo però stiamo cercando di colmare il gap. E ci siamo dati una struttura istituzionale. Adesso con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale l’approccio condiviso è stato impostato correttamente e possiamo dire di avere una strategia nazionale di cyber sicurezza.

Dobbiamo correre. È ovvio che per avere sicurezza, abbiamo bisogno della capacità e qui c’è il tema del cloud nazionale. Leonardo sta impostando un lavoro sulla cybersicurezza, ma siamo all’inizio».

Minaccia senza confini, attacchi da ogni dove

«La minaccia cyber è in continua evoluzione e in accrescimento – ha aggiunto la presidente Pinotti – e ha, inoltre, un’incredibile capacità di adattamento e un dominio che ha come caratteristiche l’ubiquità e la simmetria. E non ha confini geografici. Lo dico pensando al tema della difesa dei confini: a volte si individua il luogo da cui proviene una minaccia ma non è detto che un gruppo di hacker non possa essere provenire da più nazioni.

Dobbiamo cercare di mettere in movimento un progetto rapido sulle capacità di difendersi. La prima parte della guerra russo-ucraina si è giocata sugli attacchi cyber. Il rischio è che in tutto questo possano inserirsi organizzazioni criminali che si rendono autonome. Da questo punto di vista, con l’aumento della digitalizzazione, il rischio di attacchi aumenta.

Abbiamo fatto un’indagine conoscitiva ampliandola ad altri ministeri per capire, rispetto a questo tema, lo Stato come si stava attrezzando e muovendo. Nel 2020, l’incremento di aggressioni è stato del 20%, gli unici reati che crescono sono questi mentre gli altri sono in calo da anni».

Cyberattacks, serve una normativa comune in Europa

Il grande lavoro che va fatto in Italia è andare a scovare quelle piccole realtà che hanno capacità, farle crescere e avere prodotti a livello nazionale. E poi ci vuole un quadro normativo a livello nazionale. Le possibilità di intervenire in modo massiccio sulla cybersecurity diventano più importanti. Anche per quello che riguarda la difesa, la cyber ha preso un ruolo centrale. Alla Nato si è deciso che un attacco cyber vale come un attacco di guerra normale. In questo caso diventa difficile individuare da dove parte, che tipo di entità sia e quale è il livello di attacco così forte da poter far invocare l’aiuto degli alleati. Gli Stati stanno subendo attacchi. Anche per quanto riguarda come perseguire questi attacchi esiste un ottimo coordinamento europeo. Abbiamo bisogno di lavorarci a livello internazionale perché bisogna arrivare a una normativa comune».

FONTE economymagazine.it

Condivisione
"data-block-on-consent="_till_accepted">
"data-block-on-consent="_till_accepted"data-auto-format="rspv" data-full-width>