Potenza, 15 apr. (askanews) – “Il dossier contro di me è frutto del lavoro di un corvo, o di un gruppo di corvi, che tende a screditarmi. Non ho mai pensato a una proroga del mio mandato ma se un capo di forza armata si dimettesse in seguito a questi tentativi, sarebbe un precedente assai pericoloso per una nazione democratica”. Lo ha dichiarato il capo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, all’uscita dalla Procura di Potenza dove è stato sentito dai magistrati titolari dell’inchiesta sul petrolio a Tempa Rossa, procedimento in cui De Giorgi è accusato di abuso d’ufficio. Il suo legale, l’avvocato Pietro Nocita, ha riferito di aver presentato ai pm una “istanza motivata di archiviazione” per la posizione del suo assistito in quanto “il reato di abuso di ufficio si consuma in presenza di un atto e, in questo caso, non è stato prodotto alcun atto”. In riferimento al dossier anonimo, che non è stato oggetto di discussione con i pm, l’ammiraglio ha dichiarato di aver subito già in passato “simili tentativi” e, in particolare, al momento del suo insediamento a capo della Marina militare quando “un’orchestrazione del genere” – ha detto De Giorgi – era già stata portata avanti, con lettere anonime che abbiamo subito mandato in Procura per consentire le indagini. E tutti i controlli fatti negli anni – ha aggiunto l’ammiraglio – hanno dimostrato l’infondatezza delle accuse”. “Evidentemente – ha detto De Giorgi – qualcuno si preoccupa che io possa rimanere al mio posto o ha fretta che io vado via. Non credo si tratti di un vero e proprio complotto ma di una confluenza di interessi da parte di chi ha vantaggio a togliere una persona scomoda, che può resistere a certe pressioni e che non si è piegato alle richieste di nessuno”. Contro il dossier, il Capo della Marina ha annunciato di aver “presentato un esposto per calunnia”.
L’ammiraglio De Giorgi dice che non si dimette
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