Dalla Legione straniera al corteo anti immigrati: arrestato generale

Dopo 50 ore agli arresti, ieri mattina Christian Piquemal si è sentito male. Reduce dell’Algeria, degli interventi militari in Ciad, Nuova Caledonia e Bosnia e di missioni più segrete da capo della Legione straniera, il 75enne generale quattro stelle non ha retto all’onta di essere fermato dai gendarmi e posto sotto custodia cautelare, sabato pomeriggio, durante la manifestazione proibita a Calais.

Gli agenti lo hanno accompagnato in ospedale, i medici hanno detto che era troppo affaticato per comparire davanti al giudice e la sua udienza prevista per ieri pomeriggio è stata rinviata al 12 maggio. A Piquemal, dopo la visita, è stato concesso di tornare la casa a riprendersi.

Il malore del generale ha provocato lo sdegno della destra — non solo estrema — francese, e il governo è sotto accusa: secondo gli autoproclamati difensori della patria in pericolo, Hollande permette che i militanti di sinistra imbrattino la statua del generale De Gaulle (ma due settimane fa sempre a Calais ci furono 35 fermi, ndr), e poi fa arrestare un eroe pluridecorato perché ha manifestato e evocato l’invasione dei migranti che minacciano «la Francia faro di civiltà», interpretando i sentimenti di molti francesi, in particolare quelli vicini al Front National.

La sezione francese del movimento xenofobo Pegida aveva indetto una manifestazione sabato scorso a Calais, dove nella bidonville nota come «giungla» vivono circa cinquemila persone — tra migranti economici e rifugiati dalle guerre — che sperano di riuscire ad attraversare la Manica e raggiungere Londra.

Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve aveva vietato la manifestazione, ma gli organizzatori hanno chiesto ai militanti di andare comunque a Calais. Lo hanno fatto decine di skinhead, e anche i simpatizzanti dell’associazione «Citoyens-Patriotes» della quale Piquemal è presidente.

Pochi istanti prima di essere arrestato, Piquemal ha parlato alla telecamera del sito vicino all’estrema destra Boulevard Voltaire, definendo «scandalosa» la proibizione della manifestazione. «E poi quando vedo i gendarmi che restano a riposo quando risuona la Marsigliese invece di mettersi sull’attenti e cantare con noi — ha aggiunto il generale —, mi dico che il Paese sta morendo. Ma risorgeremo, questo è solo l’inizio, la Francia sta per risollevarsi, succederà qualcosa nei prossimi mesi, è sicuro».

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