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Covid-19 e Carcere duro. Ennesima circolare che potrebbe far scarcerare i mafiosi. E’ polemica

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Ennesima Circolare del DAP che suggerisce l’utilizzo di misure alternative alla detenzione, senza prevedere l’esclusione dei condannati per mafia e dei 41 bis. Sul tema sono intervenuti i sindacati e la politica, ma ancora non sono stati adottati provvedimenti.

Il segretario generale del sindacato di polizia S.PP. Aldo Di Giacomo definisce “consapevolmente diabolico non prevedere l’esclusione dei mafiosi e dei 41 bis da questa circolare come se non esistessero. Se dovesse ritornare il COVID-19, come molti prevedono, sarà un’altra tana libera tutti. Questa circolare va letta in un piano molto più ampio di distruzione del carcere duro, intensificata dalla morte di Reina. Sono sempre più convinto che questo percorso trova terreno fertile nell’attuale sistema politico italiano ed europeo.

Medesima preoccupazione per la componente della Commissione Difesa, Onorevole FERRO Wanda, che ha interrogato il MINISTERO DELLA GIUSTIZIA lo scorso 7 luglio 2020. Di seguito l’interrogazione integrale:

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

a distanza di appena due mesi dalle dimissioni di Basentini, l’amministrazione penitenziaria è tornata a far discutere di sé per una recente circolare che, di fatto, a parere dell’interrogante ha ripristinato la famosa circolare del 21 marzo 2020;

pur non trattandosi di un ordine di scarcerazione, infatti, dopo la circolare di marzo 2020 sono aumentate le richieste di messa ai domiciliari dei detenuti che avevano superato i 70 anni di età, soprattutto se affetti da patologie, con il risultato che i capimafia detenuti in regime di 41-bis, che per legge non possono usufruire di pene alternative, uno dopo l’altro, hanno cominciato a lasciare il carcere;

sei sono state le scarcerazioni più note di cui si ha notizia, ma c’è chi ne conta addirittura quaranta: Francesco Bonura e Domenico Perre a Milano, Pino Sansone a Palermo, Ciccio La Rocca sempre a Milano, Rocco Santo Filippone a Reggio Calabria, Pasquale Zagaria a Sassari;

nonostante ciò, nella nuova circolare del Dap del 30 giugno 2020 viene allegato il protocollo del Ministero della salute per la prevenzione ed il controllo dell’infezione da Sars-Cov2 negli istituti penitenziari, che indica, tra le altre, di «favorire l’applicazione di misure alternative alla detenzione per tutte le persone che presentano gravi patologie che possono essere significativamente complicate dal Covid-19», senza alcuna distinzione tra tipi di detenzione;

ancora una volta, sembra prevalere l’idea, sbagliata a parere degli interroganti, che negli istituti penitenziari italiani non si possano assicurare dignitosi percorsi sanitari e terapeutici –:

se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per scongiurare il rischio di nuove scarcerazioni di detenuti in regime di 41-bis e di alta sicurezza.

Per visualizzare e/o scaricare la circolare, clicca QUI


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