17 settembre 2024 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo
Con l’articolo precedente, pubblicato il 16 luglio 2024, si è detto dell’aumento medio di 196,00 euro per il personale non dirigente del comparto difesa e della perdita del potere di acquisto visto che il governo ha messo in campo delle risorse che garantiscono un incremento del 5,78%, mentre nel triennio 2022-2024 l’IPCA (indice dei prezzi al consumo armonizzato al netto dei beni energetici importati) che è il parametro di riferimento per gli aumenti contrattuali sarà del 15,40%
L’adeguamento medio di 196,00 sarà spalmato in parte sulle competenze fisse e continuative (Stipendio Tabellare e Importo Aggiuntivo Pensionabile) e in parte su quelle accessorie (straordinario, cfi, cfg ecc. ecc.).
La tabella a seguire mostra una stima degli incrementi mensili lordi e netti della retribuzione fissa e continuativa nei vari gradi del Comparto Difesa.
Oltre alla perdita del potere di acquisto di oltre 300 euro mensili, si aggiunge la beffa degli arretrati; infatti dalle varie tabelle presentate ai tavoli emerge che per gli anni 2022 e 2023 non ci saranno arretrati, ma semplicemente adeguamenti corrispondenti all’indennità di vacanza contrattuale già percepita nel biennio.
Pertanto, l’acconto mensile (emolumento accessorio una tantum del 1,5% dello stipendio –art. 1, comma 330, della legge n. 197/2022) corrisposto da gennaio dello scorso anno determina, per il 2023, un conguaglio negativo e relativamente alle maggiori somme dovute nel 2024, bisogna tenere conto che, con il rateo di dicembre 2023, è stato corrisposto, in unica soluzione, un acconto (anticipo rinnovo contratto pubblici di cui all’art. 3 del Decreto Legge n. 145/2023) relativo all’anno in corso.
In sintesi, se il contratto venisse approvato e applicato in tempi brevi, per esempio sulla mensilità di ottobre prossimo, il conguaglio da gennaio 2022 a tutto il 30 settembre 2024 sarebbe, addirittura, negativo, come da cifre stimate nella tabella a seguire.