"data-block-on-consent="_till_accepted"data-auto-format="rspv" data-full-width>

CONTRATTO: COL GOVERNO MELONI LA PERDITA DEL POTERE DI ACQUISTO È DI OLTRE 300 EURO MENSILI

"data-block-on-consent="_till_accepted">

 16 luglio 2024 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

Continua la trattativa tra governo e sindacati per il rinnovo del contratto del triennio 2022-2024 del comparto Difesa e Sicurezza. Il 10 luglio c’è stato l’ultimo confronto in cui il governo ha esibito gli importi ufficiali degli aumenti medi lordi mensili che potrebbero arrivare nelle buste paga a partire dal primo gennaio del prossimo anno.

L’ultimo aumento, per un importo medio di 196,00 euro, è inferiori rispetto a quello che era stato presentato ai sindacati nei precedenti incontri, come si potrà constatare dalla tabella a seguire.

Inoltre, è stata definita la percentuale dell’aumento medio da destinare al trattamento fisso (Stipendio e Indennità Pensionabile/Inden. Aggiuntiva Pensionabile) nella misura di circa l’81% del totale.

La riduzione dell’adeguamento contrattuale aumenta, ulteriormente, la perdita del potere di acquisto, infatti l’Istat, con una comunicazione del 7 giugno, ha segnalato la previsione dell’IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato, al netto dei beni energetici importati che è il parametro di riferimento per gli aumenti contrattuali) per il 2024 al 1,9% e, pertanto, visto che a consuntivo l’IPCA del 2022 e del 2023 è stata rispettivamente pari al 6,6 e 6,9%, l’adeguamento contrattuale per il triennio dovrebbe essere pari al 15,40%, mentre il governo ha messo in campo un aumento del 5,78%, anche inferiore al 5,89% precedentemente annunciato.

Con le tabelle a seguire, un esempio della perdita del potere di acquisto nel triennio 2022-2024 e una comparazione tra gli aumenti e l’inflazione nei vari trienni.

All’unisono i sindacati hanno ribadito che le risorse risultano assolutamente insufficienti, in quanto comporterebbero un aumento medio, al netto della contribuzione e dell’Irpef, inferiore alle 90 euro nette mensili e, pertanto, hanno chiesto ulteriori stanziamenti.

A tal proposito, bisogna considerare che tutti i comparti dell’Amministrazione Pubblica hanno chiesto maggiori risorse e che per ogni 10 euro in più sul nuovo contratto dell’intero pubblico impiego sarebbe necessario uno stanziamento di circa 1 miliardo da trovare nella prossima legge di bilancio che dovrà, tra l’altro, prevedere altri 2 miliardi circa per finanziare l’indennità di vacanza contrattuale.

Richieste difficilmente accettabili dal Governo alle prese con la costruzione di una manovra più complicata di quella degli anni passati per il ritorno dei vincoli del patto di stabilità europeo e per un deficit 2023 pari al 7,4 del Pil derivante da spese ingenti e improduttive degli ultimi anni.

Condivisione
"data-block-on-consent="_till_accepted">
"data-block-on-consent="_till_accepted"data-auto-format="rspv" data-full-width>