Delegato COCER-Cassa di Previdenza-La catena si è interrotta, prossimo il default

Chi segue NSM ricorderà sicuramente l’intervento del delegato COCER Domenico Sinesi sul Riordino delle Carriere presso le Commissioni congiunte 4a Senato e IV Camera – Ufficio di Presidenza ( chi lo avesse perso, guardi questo VIDEO a 1h e 18′). Oggi lo stesso rappresentante ritiene doveroso informare sul rischio del prossimo default,  ritenendo l’aumento della ritenuta in busta  dal 2 al 3 % dell’80% dello stipendio, una misura quasi inutile che porterebbe solo ad un default dolce ed assistito della Cassa di Previdenza.

Nello stesso scritto, invita l’On. Tatiana Basilio del M5S ad un confronto, ritenendola “l’unica che appariva connessa sull’argomento”.

Mi accingo a fare quello che non amo fare: SCRIVERE! Da troppi anni tutti parlano di cose che non conoscono, di dinamiche sconosciute, di “ALCHIMIE” inesistenti. Quanta tenerezza mi ha suscitato l’audizione del Generale Del Casale, attuale Presidente della Cassa di Previdenza delle FF.AA., in Commissione Difesa .

Si intuiva come l’alto Dirigente parlasse ai nostri parlamentari di cose sconosciute ai più, fatta eccezione dell’On. BASILIO, l’unica che appariva connessa sull’argomento. Insomma, tante carte, buoni propositi e poca conoscenza della materia. E poi, quanta confusione sarà rimasta nella testa di tutti tra indennità straordinaria liquidata una sola volta e previdenza complementare. Certamente, alla fine dell’audizione i nostri parlamentari sono andati via con una sola certezza: l’Istituto della Cassa di Previdenza rischia un default nei prossimi anni… CHE FARE?

Mi occupo della materia dal lontano 2004, e già da allora bastarono pochi mesi per arrivare ad una conclusione palese e ineludibile, ossia che la Cassa di Previdenza, soprannominata dal sottoscritto CATENA DI SANT’ANTONIO, nei prossimi anni avrà seri problemi di liquidità.

La liquidazione, in unica soluzione, viene effettuata con il sistema RETRIBUTIVO; non importa quello che hai versato, all’atto del congedo si liquida il 2% dell’80% delle voci utili al calcolo dell’indennità supplementare moltiplicato gli anni di iscrizione alla Cassa (ecco come alcuni Ruoli riescono ad arrivare al 300% del capitale versato).

Il gioco regge fino a quando tanti pagano e pochi vanno in quiescenza; fino a quando la formula di investimento indicata dallo statuto, acquisto di titoli del debito pubblico dello Stato, ha un rendimento favorevole e quindi capace di garantire la liquidabilità del sistema.

Ma ecco che interviene il nuovo cambio di modello di Difesa, passando entro il 2024 da 190.000 a 150.000 unità; e ancora arriverà l’attuazione del “Libro Bianco” in cui migliaia di colleghi che, salvo interventi di modifiche strutturali della Cassa, non potrà parteciparvi.

La catena si è interrotta, il sistema è prossimo al default. Giù le mani dal bottino, iniziamo a pensare a chi arriva dopo di noi.

Ma siamo proprio sicuri che, nel tempo, gli esperti incaricati dal CDA della Cassa siano stati attenti a quello che accadeva nel mondo della finanza e, in particolare, nel mondo della previdenza?

Il nome stesso dell’istituto, Cassa di Previdenza, è già foriero di catastrofe, basti osservare attentamente a ciò che accade nel mondo della previdenza pubblica.

Sin dal 1992 si parlava di cambio di sistema previdenziale e nel 1995, con la legge 335 del 08 agosto, si introduceva la cd. riforma DINI che prevedeva il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo, a ancora oggi si continua a parlare di modifiche.

La deriva è la stessa esplosa ai massimi sistemi. Nella previdenza pubblica si parla tanto di pensioni troppo elevate quanto nella Cassa di Previdenza di indennità straordinaria troppo alta.

Lo studio di sostenibilità effettuato dall’emerito prof. PIGA non ha fatto altro che certificare quello che il “maestrello del paesello” mi aveva spiegato  nel 2004.

A mio parere la soluzione è dietro l’angolo, è nella stessa 335 del 1995, mutuarla nel 2017 sarebbe cosa buona e giusta. Effettuando il passaggio, pro-quota, dal sistema retributivo al sistema contributivo rappresenta l’unica soluzione possibile.

Il sistema deve essere posto in sicurezza e con il passaggio al sistema di calcolo contributivo il personale interessato riprenderà il versato rivalutato del rendimento degli investimenti effettuati nel tempo.

La previdenza pubblica riguarda un mare magnum di dipendenti, la Cassa di Previdenza unicamente il personale della Difesa.

Il progetto è pronto, bastano pochi mesi per attuarlo!

Siamo finiti in un vicolo cieco, si ha necessità di modifiche normative che non devono tendere all’aumento della percentuale di trattenuta, dal 2% al 3% come proposto. Bisogna cambiare sistema.

L’aumento della ritenuta prolungherebbe l’agonia, pur permettendo alla Cassa un default dolce ed assistito. Permetterebbe di avere il tempo, ad esempio, di spiegare al ruolo Sergenti che continua a contribuire per ciò che non avrà mai; per altri, compreso il sottoscritto, che porteranno a casa il dolce bottino.

Il nuovo sistema deve assicurare una sostenibilità “perpetua”. Il calcolo dell’indennità con il sistema contributivo dovrà rendere i contributi versati con il suo rendimento effettivo e non è detto che alla fine della fiera il nuovo sistema possa rendere di più.

Provare per credere. Dallo sviluppo della probabile costituenda Cassa Graduati, con un elementare calcolo di capitalizzazione composta si può dimostrare che investendo i contributi a un misero 2% si riuscirebbe a garantire una liquidazione superiore all’attuale sistema.

Per ottenere dei rendimenti sicuri basterebbe permettere, con apposita norma, di investire anche fornendo prestiti agli iscritti, oggi costretti a rincorrere banche e finanziarie pagando in alcuni casi tassi di interesse prossimi all’usura.

La verità deve essere detta fino in fondo. Il sistema retributivo, al pari della previdenza con il calcolo retributivo, conviene a chi ha un retribuzione estremamente verticalizzata.

In natura tutto si trasforma, ciò che non si piega si spezza, perdere questa opportunità e pura follia, non si può continuare a garantire pochi per danneggiare tanti e appesantire il futuro dei nostri giovani colleghi.

I giovani Ufficiali, i giovani Marescialli, i Sergenti sicure vittime sacrificali e soprattutto i Graduati hanno diritto ad avere una Cassa di Previdenza sicura e sostenibile.

Non si devono temere commistioni di bilanci, migrazioni di capitali, la legge è chiara ad ognuno il suo.

Carissima Onorevole BASILIO la ringrazio per l’impegno, unica in Commissione, ma la invito a cambiare fornitori di notizie, le materie non basta leggerle, bisogna studiarle, quando qualcuno le introduce degli argomenti si assicuri che li abbia studiati e non solo letti o sentito parlarne.

Le carte preparate dal sottoscritto si sono ingiallite, chi ha la possibilità di intervenire lo faccia.

Delegato CoCeR A.M.
Cosimo SINESI

foto di repertorio

NSM tra l’altro aveva già affrontato la tematica, relazionando sull’incontro tra il Generale Del Casale , in qualità di presidente della Cassa di Previdenza delle Forze Armate e la compagine politica.

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