Ieri, mercoledì 28 giugno 2017, la Commissione Difesa ha convocato il generale Del Casale, quale presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate, per avere dei chiarimenti sulla situazione economica del fondo, che pur costituendo un unico Istituto, è formato da fondi separati. Ogni Ruolo delle F.F.A.A. infatti, dispone del proprio fondo, fatta eccezione per il Ruolo Graduati dell’Esercito, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare che non hanno praticamente nulla. I fondi esistenti sono i seguenti:
– Fondo di previdenza Ufficiali dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri;
– Fondo di previdenza Ufficiali della Marina Militare;
– Fondo di previdenza Ufficiali dell’Aeronautica Militare;
– Fondo di previdenza Sottufficiali Esercito e Arma dei Carabinieri;
– Fondo di previdenza Appuntati e Carabinieri;
– Fondo di previdenza Sottufficiali della Marina Militare;
– Fondo di previdenza Sottufficiali dell’Aeronautica Militare
Il Generale Del Casale ha relazionato dettagliatamente sulla Cassa di Previdenza, chiarendo le competenze della stessa, l’attuale solidità dei bilanci, nonchè il modo di operare, proponendo soluzioni per evitare un probabile default nei prossimi anni, dovuto anche alla 244/12 “Riforma dello strumento militare”ed alla conseguente diminuzione del personale delle F.F.A.A.. Questo causerà inevitabilmente una “mancanza di equilibrio” tra le entrate e le uscite della liquidità della cassa.
Tra le varie soluzioni , ha proposto una sorta di “patto intergenerazionale”, ovvero l’aumento della quota di partecipazione dal 2 al 3% dell’80 % dell’ultimo stipendio indistintamente per tutti gli appartenenti dei relativi corpi e nel più breve tempo possibile, l’abolizione degli assegni speciali degli Ufficiali dell’Esercito e dei Carabinieri , con le opportune “clausole di salvaguardia” ed ha proposto come ulteriore soluzione, un prestito al tasso del 2% da uno dei fondi più prosperoso al fondo che ne avesse necessità.
Molteplici le domande poste dai parlamentari presenti, tra i quali , l’ On. Paolo Bolognesi (PD), che oltre a chiedere spiegazioni sul fondo dei carabinieri, ha voluto comprendere l’andamento economico della cassa negli ultimi 30anni , chiedendo un ulteriore chiarimento sul “patto intergenerazionale”.
l’On. Tatiana Basilio (M5S) ha invece chiesto lumi sulla veridicità degli investimenti dei fondi in Nuova Banca Marche ( fortunatamente smentita dal Gen. del Casale), sugli enormi ritardi dei pagamenti delle Indennità supplementari al personale andato in pensione, evidenziando l’esigenza di abolire la Cassa di Previdenza in favore di più convenienti forme previdenziali già esistenti , nonchè di permettere ai militari di decidere autonomamente su come investire il proprio danaro.
L’ On Galli Carlo ( Ex PD) : ha invece voluto sottolineare il proprio disaccordo sul “Patto intergenerazionale” indicandolo come una delegittimazione su chi potrebbe versare il 3% dell’80% dell’ultimo stipendio e riceverne soltanto il 2 , evidenziando infine anch’egli di come oggi siano presenti forme di previdenza complementari più competitive.
Il Generale del Casale , in risposta agli onorevoli, ha finalmente chiarito , in diretta webtv, la motivazione del mancato pagamento dell’ indennità supplementare al personale che era stato posto in quiescenza negli ultimi 8 mesi, soffermandosi più volte sul poco roseo futuro della cassa stessa , rappresentando la necessità di apportare degli opportuni provvedimenti “tecnico-economici” immediati, per evitare un probabilissimo default.
Lo stesso Generale ha chiarito che la mancata erogazione dell’ indennità supplementare , è avvenuta in conseguenza del mancato rinnovo degli organi di gestione della Cassa di Previdenza che sarebbe dovuto avvenire lo scorso ottobre . L’Ente ha comunque continuato ad operare per ulteriori 45 giorni, come previsto dalle direttive in vigore, fino ad arrivare ad una vera e propria ” fase di stallo” .
Con la nomina dei nuovi organi di gestione, avvenuta alla fine dello scorso maggio, la situazione sta quindi tornando alla normalità. Del Casale ha infatti dichiarato ” ormai siamo sulla strada della normalizzazione, nell’ultimo periodo, quotidianamente, sto firmando decine e decine di mandati di pagamento.
Restano i dubbi sul futuro della Cassa di Previdenza, forse organo ormai obsoleto, anacronistico, specie se messo in confronto alle forme previdenziali esistenti. L’abolizione della Cassa di Previdenza però comporterebbe l’erogazione da parte dello stato di oltre 800 milioni di euro, di cui il 90% è attualmente investito in bot.
Una volta aboliti i fondi, le somme dovrebbero essere destinate a tutto il personale contribuente, quindi andrebbero emessi oltre centomila mandati di pagamento e non sarebbe certo una manna per le casse dello stato . Situazione non facile da gestire ed al vaglio dei tecnici del settore .