“Non si strumentalizzi il carcere e gli endemici problemi penitenziari per l’ennesimo terreno di scontro politico-ideologico.
Chi è oggi all’opposizione è stato dieci anni al governo: perché non ha fatto allora quel che chiede oggi? Il 41bis è un presidio di legalità necessario, gestito con grande professionalità dagli uomini e dalle donne del Corpo di Polizia Penitenziaria che sono veri professionisti della sicurezza, ma non può essere strumentalizzato per ipocrite prese di coscienza che ignorano i problemi della stragrande maggioranza dei detenuti.
La verità è che servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe stata ed è quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie.
Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario.
La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze: sarebbero serviti, negli anni, gli interventi politici suggeriti dal SAPPE. E invece, negli ultimi anni, chi oggi grida allo scandalo abbiamo visto cosa ha fatto per le carceri:
25enni nelle carceri minorili, introduzione vigilanza dinamica e regime aperto con escalation di eventi critici, chiusura decine di Provveditorati, istituti penitenziari, centrali operative polizia penitenziaria, organico polizia penitenziaria falciato da scellerata riforma Madia… .”
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE