Tutto era iniziato con un’ispezione in caserma da parte dell’ex comandante provinciale dell’Arma ed era finito per quattro militari di Priverno nel peggiore dei modi. Segnalati alla Procura militare, un luogotenente, due appuntati e un carabiniere scelto si erano ritrovati accusati di truffa aggravata ai danni del ministero della Difesa, con il rischio di una condanna pesante e l’addio forzato alla divisa.
Per il comandante provinciale prima e per gli inquirenti romani di viale delle Milizie poi, i quattro avevano messo a segno un raggiro per sfruttare buoni pasto non avendone diritto.