L’ira dei Graduati. Concorso iniquo e fazioso
‘Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi’.
Riceviamo e pubblichiamo
Sembra una citazione di un’altra epoca, di un’altra età. Siamo, ormai, alle soglie del 2019 ma la massima che Giuseppe Tomasi di Lampedusa mette in bocca a Tancredi, il nipote prediletto del principe di Salina ne “Il Gattopardo” per descrivere la società rinascimentale alle prese con il cambiamento e il timore che quei privilegi ereditari dell’aristocrazia vengano a dissolversi con il passaggio dal regime borbonico al Regno d’Italia; si posa alla perfezione con la società odierna.
Un cambiamento solo apparente. Uno specchietto per le allodole.
Per convincere qualche buontempone che un nuovo vento soffia, appunto, il vento del “non” cambiamento. Da qui, la presa in prestito della citazione iconica del romanzo ottocentesco per far comprendere al meglio su quale linea si orienti il nuovo Bando di Concorso relativo al reclutamento degli Ufficiali in servizio permanente dei Ruoli Speciali dell’Esercito che presenta, anzi non presenta, posti riservati al personale del Ruolo Graduati, a differenza delle altre Forze Armate, rendendolo quindi, di fatto inaccessibile alla suddetta categoria.
Come si evince dal comunicato stampa del Co. Ce. R. Graduati «Ancora oggi e con vecchi retaggi, nonostante ben due modifiche legislative tese a permettere ai Graduati di poter accedere al reclutamento per gli Ufficiali del Ruolo Speciale, le articolazioni dello Stato Maggiore dell’Esercito ostacolano, con “sotterfugi e raggiri” burocratici, la possibilità di partecipazione ai Graduati, come se non fossero “qualitativamente validi” ovvero non avessero “pari dignità” professionale rispetto ai colleghi delle altre FF.AA. tanto da poter ricoprire il grado da Ufficiale».
Una situazione che, senza dubbio, lascia perplessi ed induce alla riflessione.
A pensare che, sebbene il tempo sia trascorso, le cose siano rimaste le medesime. Il cambiamento è solo apparente e non fattivo, unito alla consapevolezza, sempre più latente, che ci sono “figli e figliastri”: «al personale dell’Aeronautica e della Marina è stata data la possibilità di poter partecipare ai concorsi banditi per il Ruolo Speciale, ormai già da due anni, il personale dell’Esercito non ha avuto la stessa opportunità!»
A questo proposito, sono intervenuti i delegati i quali, in una nota congiunta, si sono detti amareggiati e basiti dinnanzi a questo ennesimo atto discriminatorio nei confronti della classe dei Graduati: «Non è accettabile che a distanza di tre anni ci si ostini, ancora, a precludere la possibilità ai Graduati di diventare Ufficiali, come se questi non fossero qualitativamente validi. Ed è allucinate come non si sia messo a parte il Co. Ce. R. per comunicargli le scelte scellerate che avrebbero messo in atto nel Bando.
Vogliamo che si riproponga di nuovo la medesima problematica riguardante il Concorso 958? Occasione, durante la quale, è dovuta intervenire la Dott.ssa Elisabetta TRENTA, Ministro della Difesa, per ritirare il Bando di Concorso, tacciandolo di mancata omogeneità di trattamento tra le Forze Armate?
Forse il Gen. C. A. Salvatore Farina non è stato messo a conoscenza di quanto successo in precedenza e di come la Categoria si sia battuta per ottenere ben due modifiche legislative. Pertanto – rimarcano i delegati – invitiamo, molto sommessamente, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito a leggere la costruzione della risposta alla Delibera n. 01/2016 del Co. Ce. R. forse, lì, potrà trovare spunti di riflessione per il futuro. Forse – proseguono – potrà capire quanto la Categoria dei Graduati ha sofferto la discriminazione operata in questi anni».
«Il signor Generale – chiosano – ha dimostrato sin da subito segnali di cambiamento. I graduati credono molto in lui e nel suo operato, pertanto, auspichiamo che, in questa circostanza, dia un segnale di cambiamento forte, che ristabilisca l’equità e la giustizia di categoria ritirando questo Bando affinché si possa dare vita ad un nuovo Concorso che tenga conto di tutte le categorie, senza escluderne nessuna».
Ci auguriamo che l’intera vicenda volga ad una più consona dimensione in modo tale che tutti possano giocarsi la propria chance alla luce del sole ed in maniera pulita, facendo prevalere solo il merito in una società dove i favoritismi e gli escamotage dilagano. Ce lo auguriamo davvero. Come regalo di Natale. Altrimenti accadrà come sempre: alcuni ricevono doni mentre altri cenere e carbone. Solo che nella vita vera quelli che si beccano il carbone se lo sono meritato perché sono stati cattivi, in questo caso, i Graduati non hanno commesso alcun peccato.