AUSILIARIA, I CONTRIBUTI VERSATI SARANNO VALORIZZATI? MEGLIO OPTARE PER IL MOLTIPLICATORE?

3 luglio 2021 – 1° Lgt. in pensione PISTILLO Antonio

Premesso che se il messaggio è molto evasivo nel merito, è, invece, molto chiaro a chi è indirizzato e cioè al quel personale nel sistema previdenziale misto (meno18 anni al 31/12/95) prossimo alla pensione che collocato in ausiliaria (con lo scivolo fino al 2024 o per età) dovrà valutare se rimanere in ausiliaria ovvero optare per il moltiplicatore.

Allo stato attuale delle cose, la quasi totalità di tale personale opta per il moltiplicatore ed a giusta ragione in quanto ritengo sia più conveniente.

L’opzione per il moltiplicatore e il contestuale passaggio dalla ausiliaria alla riserva era abbastanza chiaro che avrebbe, col tempo, quasi azzerato il bacino del personale in ausiliaria ed oggi, molto probabilmente, l’amministrazione, con notevole ritardo, ne ha preso atto e si presume stia correndo ai ripari con iniziative/proposte incentivanti affinché la scelta sia quella di rimanere in ausiliaria.

La novità sembra consista nel riconoscere i contributi versati in ausiliaria che, ovviamente, cambia totalmente lo scenario in quanto ritengo, di massima, più conveniente del moltiplicatore. Così come descritta sembra cosa facile ma non lo è affatto, anzi le problematiche sono tantissime.

La difficoltà maggiore sarà trovare le risorse affinché i contributi versati dal personale in ausiliaria si tramutino in quota di pensione a fine ausiliaria, in quanto è fondamentale che l’amministrazione versi anche la quota a suo carico affinché all’Inps risulti versato il 33% e quelli trattenuti al pensionato sono solo l’8,80% e quindi il 24,20% sarebbero a carico dell’Amministrazione Difesa.

Un’altra problematica sarà individuare la decorrenza di questo eventuale riconoscimento dei contributi versati in ausiliaria. Qualsiasi sarà la decorrenza della valorizzazione dei contributi spalancherà le porte al ricorso che oggi, a prescindere dall’evoluzione di questa iniziativa/proposta dell’Amministrazione, ha già un suo fondamento in quanto la quota C di pensione, a fine ausiliaria, ha una rivalutazione irrisoria e non coerente col costo dei contributi.

La scelta tra ausiliaria e moltiplicatore che per il momento è ancora in appannaggio del moltiplicatore in quanto non c’è nulla di certo in merito alla valenza dei contributi versati in ausiliaria, sarà più ardua anche se ritengo, di massima, che l’introduzione di un nuovo sistema di rideterminazione della pensione a fine ausiliaria sia più vantaggioso del moltiplicatore.

In sintesi, sembrerebbe che le notizie in merito diffuse su vari canali siano riferite alla volontà dell’Amministrazione Difesa di salvaguardare l’ausiliaria e di conseguenza anche riconoscere un maggiore trattamento pensionistico al personale nel sistema previdenziale misto, anche in considerazione della mancata applicazione della previdenza complementare, ma chiaramente in prospettiva futura.

Pertanto, non bisogna farsi illusioni che una riliquidazione a fine ausiliaria con la valorizzazione dei contributi versati sia riconosciuta anche a coloro che sono ancora in ausiliaria, tanto meno a coloro che l’ausiliaria l’hanno terminata, ma nello stesso tempo il fatto che l’Amministrazione Difesa stia anche solo ponendosi la domanda se i contributi versati in 5 anni debbano o possano essere valorizzati al fine di ottenere un maggior trattamento di quiescenza al termine dell’ausiliaria, non fa altro che avvalorare la tesi di un ricorso per tale riconoscimento che sostengo da circa 10 anni.

In sostanza, per il pensionato che ha terminato l’ausiliaria o che è ancora in ausiliaria non si potrà prescindere dal ricorso alla Corte dei Conti, ma solo per coloro il cui trattamento di quiescenza è composto anche dalla quota “C”, quota parte di pensione calcolata col sistema contributivo di una pensione determinata col sistema retributivo (+ 18 anni al 31/12/1995) e cioè quello in ausiliaria dal 2012.

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