Dati di poliziotti, militari, e marinai, oltre che del Ministero degli Interni, della Difesa, della Marina e della Presidenza del Consiglio. E’ questo il contenuto del nuovo attacco frontale sferrato da Anonymous Italia, annunciato dagli stessi hacktivisti attraverso i propri canali social. Continua ↓
“Cittadini, siamo lieti di annunciarvi, per il diritto della democrazia e della dignità dei popoli, che siamo in possesso di una lista di dati personali relativi al ministero dell’Interno, al ministero della Difesa, alla Marina Militare nonché di Palazzo Chigi e Parlamento Europeo” si legge nell’annuncio, in cui il gruppo sostiene di essere in possesso di dati riservati e molto personali come patenti di guida, carte d’identità, dichiarazioni di redditi, numeri di telefono, ordini di servizi, note e contratti su attività militari e di poliziotti, curriculum e buste paga. Continua ↓
Nel frattempo, Anonymous ha rivendicato nuovamente l’attacco, affermando quanto segue: “Governo, corruttore di democrazia, la rivoluzione passa anche qui, inarrestabile, il cui ideale conosce ora i vostri nomi, i vostri contatti telefonici, le vostre residenze. Possediamo anche fotocopie dei vostri documenti personali, di quelli dei vostri parenti ed amici, contratti di lavoro, contratti d’affitto, buste paghe e molto altro. Per l’ennesima volta lo Stato italiano tradisce ed imbarazza i valori dei nostri militari che hanno giurato di difenderlo. Ma difendere chi? Difendere i propri cittadini o un governo che imbarazza le stesse forze di difesa?” Continua ↓
Il comunicato si chiude con una citazione de La Repubblica di Platone: “ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra e’ la democrazia quando, per sete di liberta’ e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo.“