Sono sempre meno i volontari in ferma prefissata annuale (VFP1) che riescono ad ottenere la rafferma. Come ASPMI riconosciamo che l’amministrazione non ha alcun obbligo in merito, tanto che abbiamo consigliato ai volontari di proseguire diversamente il proprio percorso all’interno delle Forze Armate anziché sprecare energie in ricorsi costosi e inutili.
D’altra parte, però, riteniamo che il calo di rafferme vada a ripercuotersi ulteriormente sulla carenza di organico, lasciandoci non poche preoccupazioni per il futuro, almeno fino a quando non si concretizzerà il passaggio al nuovo modello di Difesa descritto dalla legge n. 119 del 2022. Urge più che mai avere personale addestrato e specializzato su cui contare, garantendo nei limiti delle risorse disponibili la continuità d’incarico almeno a una parte dei volontari.
Non è nostro interesse ostacolare questa fase di transizione, che da tempo appoggiamo in favore del modello proposto dalla legge n. 119 del 2022, ma riteniamo fondamentale aprire un dialogo sulle modalità di rafferma. È importante conoscere quali sono i criteri impiegati nella scelta di coloro a cui confermare l’incarico i volontari che non vengono confermati, per garantire ai volontari trasparenza ed equità.
Ci appelliamo quindi alla ragionevolezza dello Stato Maggiore dell’Esercito, certi che in un confronto sarà possibile trovare la soluzione più adatta e giusta.
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