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Aperta istruttoria formale sul Generale che ha lasciato il picchetto del 25 aprile

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Da alcune indiscrezioni ricevute in redazione, pare che sia stata aperta una istruttoria formale nei confronti del Generale Paolo Riccò, l’alto ufficiale dell’ Esercito italiano noto alle cronache per aver abbandonato prematuramente il luogo della Cerimonia del 25 aprile nella città di Viterbo. Riccò abbandonò la piazza insieme ai suoi uomini mentre il presidente dell’Anpi viterbese, Enrico Mezzetti, stava tenendo il proprio discorso “politico” dal palco delle celebrazioni.

La notizia è stata ripresa anche da ” Il Giornale” e sembra che la richiesta di apertura dell’istruttoria sia partita direttamente dai collaboratori “militari” più stretti del ministro della Difesa Elisabetta Trenta. ↓


Probabilmente è un atto dovuto, previsto dai ferrei regolamenti militari. Un’ azione che non può essere lasciata al pressappochismo in quanto commessa da un alto ufficiale. Di certo, il mondo delle divise è ampiamente a favore del generale Riccò e ritiene quel gesto corretto, perché la Celebrazione del 25 aprile deve “unire” anziché dare adito a discorsi politici di divisione.

Il “partigiano” Mezzetti si era lasciato andare a frasi poco attinenti alla celebrazione, affrontando temi politici discutibili, creando evidenti dissapori tra le fila dei presenti. Le intonazioni di “bella ciao” da una parte, venivano sonoramente fischiate dall’ altra.

Contro il generale , paradossalmente, si era schierato subito dopo un Ufficiale dell’ Esercito italiano In pensione , Valerio De Nardo, che tramite una missiva inviata a Tuscia Web,  chiedeva l’intervento del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta proprio contro il collega generale Riccò, reo a suo dire di aver “Sciolto il picchetto”.

Sul tema intervenne anche il Cocer Interforze, nella persona del delegato Marco Cicala: A distanza di più di 24 ore dagli eventi -disse Cicala- ancora non ho sentito l’intervento del Ministro della Difesa, teso a stigmatizzare fatti e comportamenti gravi da mettere in serie imbarazzo gli uomini e le donne in uniforme, cioè coloro che danno il volto alle istituzioni . Inoltre – continuò Cicala- mi risulta che questo sodalizio ANPDI è riconosciuto anche sotto forma di finanziamenti, dal Ministero della Difesa. Nell’ esercizio delle mie funzioni – concluse il delegato interforze – a tutela del personale rappresentato e delle loro famiglie chiedo un intervento immediato del Ministro della Difesa che accerti e censuri tali fatti sotto tutte le forme di competenza. ↓


Oggi Cicala  è nuovamente intervenuto sulla questione: «Il generale Riccò, se consideriamo i fatti, non ha violato né regolamenti né etica militare , anzi, il suo stile umile e di difesa delle forze armate è in piena coerenza con un giuramento prestato decine di anni fa – ha sostenuto Cicala- . Non solo lo dimostra la sua carriera – ha concluso il delegato –  ma anche questi esempi che fanno molto bene non solamente alla coesione interna alla Difesa ma anche al popolo italiano». Segue video ↓

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