È vero, era una nota interna della Polizia di Stato e, in quanto tale, non avrebbe dovuto essere divulgata. Tanto più, riferendo di un «possibile attacco terroristico tra il 2 e il 6 gennaio 2017 di matrice islamica con l’impiego di droni e autovetture».
Vero anche che quel comunicato, rimbalzato da un cellulare all’altro attraverso un gruppo whatsapp e finito in breve in mani sbagliate, aveva ingenerato una vera e propria psicosi sui social network tra migliaia di utenti del Friuli Venezia Giulia.