Il segretario del Sap Tonelli, dopo 43 giorni di sciopero della fame, attacca “Basta con tagli agli apparati di sicurezza e al clima di indifferenza generale”
La Polizia chiama, Alfano non risponde. Quarantatre giorni di sciopero della fame, quarantatre giorni di proteste, presidi davanti a Montecitorio, sit-in sotto al Viminale. Diciotto chili in meno, provvedimenti disciplinari, sanzioni da pagare e sospensioni dal lavoro in attesa della destituzione. In un clima di indifferenza generale e manifestazioni sporadiche di solidarietà, ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati Gianni Tonelli ha riunito l’intero schieramento di centrodestra in nome della sua battaglia contro i tagli all’apparato sicurezza. «Io non mollo. Per fortuna avevo le riserve, quando ho iniziato, ma fino a quando i parametri medici me lo consentiranno, io vado avanti. Il freddo e la fame mi accompagnano in questi giorni di tisane, vitamine e giri tra le vetrine di bar e pizzerie per saziare gli occhi. Il mio gesto – spiega il segretario generale del Sap – non è un’iniziativa di parte, io punto alla salvaguardia dei valori fondanti della democrazia.
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