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Al via i test sulla Blu-136 a frammentazione. Addio agli ordigni inesplosi?

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L’Air Force statunitense ha recentemente testato una bomba a frammentazione sull’F-16 Fighting Falcon. L’ordigno sarebbe una valida alternativa alle munizioni a grappolo, perché ridurrebbe il rischio connesso agli ordigni inesplosi, causa di morte sia tra i civili che nelle forze armate amiche.

La notizia si è appresa da un comunicato stampa dell’ Air Force degli Stati Uniti. Lo scorso luglio il 28 ° ed il 422 ° squadrone hanno effettuato diversi test per valutare gli effetti della nuova BLU-136. Le prove hanno avuto luogo in un poligono del Nevada.

Il tenente colonnello Daniel Lambert, capo della 28a divisione TES Global Strike, ha riferito che i test operativi hanno permesso di raccogliere diversi dati per determinare le prestazioni operative della BLU-136, in particolare le prove si sono concentrate sui danni causati dall’esplosione e dalla frammentazione:  

Questi dati aiuteranno i vertici  di forza armata a determinare se la BLU-136 è una valida sostituta delle bombe a grappolo utilizzate dall’Air Force” – ha dichiarato Lambert.

La bomba normalmente pesa 2.000 libbre ed è destinata a ” mezzi leggeri, ma può essere resa più letale se abbinata ad un kit  guidato da GPS JDAM (Joint Direct Attack Munition). In tal caso la BLU-136 viene rinominata in GBU-31v11.

Il Pentagono da decenni utilizza bombe a grappolo che, una volta esplose, disperdono tante piccole bombe, molte delle quali rimangono inesplose e causano il ferimento o la morte di civili.

Secondo il New York Times, nel 2017 il 20% delle armi a grappolo utilizzate negli scenari di guerra, sono rimaste inesplose ed hanno creato un ambiente estremamente pericoloso per le forze amiche e per la popolazione civile residente nella zona dell’attacco.

Nello stesso anno il Pentagono ha iniziato lo studio per le “bombe di nuova generazione”, pur mantenendo le scorte delle vecchie armi, quale deterrente contro le continue minacce dalla Corea del Nord.


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