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AGGRESSIONE NEL CARCERE DI CASSINO: DETENUTI TRASFERITI IN CARCERE COLPISCONO POLIZIOTTI PENITEZIARI. LA PROTESTA DEL SAPPE

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Ancora un fatto violento all’interno delle carceri laziali.

Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, racconta quanto avvenuto ieri nel carcere di Cassino: “Due detenuti, uno egiziano e l’altro di etnia rom, hanno dato in escandescenza prima di essere portati in visita in Ospedale.

Entrambi si sono scagliati improvvisamente con violenza contro il personale di Polizia Penitenziaria per motivi futili e pretestuosi. Registriamo, dunque, l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di personale appartenente al Corpo in servizio nel Lazio. I detenuti evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono…”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ai poliziotti contusi e denuncia ricorda che nelle ultime settimane il SAPPE è sceso in piazza proprio per “denunciare le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministro della Giustizia Bonafede a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri.”

Il SAPPE ricorda i numeri delle carceri e dell’esecuzione della pena in Italia: alla data del 30 giugno scorso, erano detenute nelle carceri del Paese 53.579 detenuti rispetto alla capienza regolamentare di poco meno di 50mila posti. Gli stranieri ristretti nelle nostre carceri sono 17.510 (il 33%). Ben 100.891 i soggetti seguiti dagli Uffici di esecuzione penale esterna, 1.322 i minorenni e giovani adulti presenti nei servizi residenziali e 13.190 quelli in carico ai servizi della Giustizia minorile.

“Gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa”, aggiunge. “Siamo passati dalle 378 aggressioni agli Agenti del primo semestre 2019 ai 502 del successivo semestre, dai 737 ai 1.119 telefonini rinvenuti e sequestrati ai detenuti, dalle 477 minacce-violenze-ingiurie alle 546, dalle 3.819 alle 4.179 manifestazioni di protesta. Senza dimenticare le recenti rivolte in oltre trenta strutture detentive sull’intero territorio nazionale, con circa 60 poliziotti penitenziari feriti e contusi, 13 detenuti morti per abuso di farmaci (9 a Modena e 4 a Rieti), interi Reparti detentivi devastati, incendiati e distrutti, Agenti sequestrati, maxi evasioni, fuoco e fiamme un po’ ovunque. E tutto questo in assenza di provvedimenti utili a garantire la sicurezza e l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria”.

Per il SAPPE anche il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha gravi responsabilità: “Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è sempre più distante dalla ‘sua’ forza di Polizia, la Polizia Penitenziaria. Non ha indicato una soluzione concreta per fermare questa spirale di violenza: anzi, sembra che le proposte per rivedere i circuiti e le norme dell’ordinamento penitenziario, a partire dalla vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile, siano state abbandonate in qualche cassetto polveroso del Ministero. Bonafede sta con Caino o con Abele?”, conclude Capece.

Roma, 23 agosto 2020

Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE


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