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Lettera aperta di un Maresciallo dell’ Aeronautica Militare

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Riceviamo e pubblichiamo:

La mia, in fondo, è la storia di tanti altri militari. Soldati che come me, oggi non hanno più modo di rivendicare nulla, perché demansionati e demotivati, e la cosa che più fa rabbia, è che la colpa non è assolutamente nostra.

Ho quindi voluto scrivere questa due righe, per lasciare una traccia su ciò che è accaduto al nostro ruolo in questi ultimi 30 anni e, visto che ormai sono prossimo alla pensione, con queste poche parole tenterò di riassumere la storia di tutti noi.  Spero mi scusiate se nel corso del racconto ometterò qualche passaggio o se in qualche modo non vi riconosceste in ciò che narro.


Mi sono  arruolato in Aeronautica Militare negli anni 80. Il bando allora prevedeva l’assunzione di circa millecinquecento, duemila marescialli, a fronte di decine di migliaia di domande. Tentai e fui convocato alle selezioni di Vigna di Valle, che superai con pieni voti.

Attesi qualche mese, e quando le speranze si erano ormai affievolite, arrivò quella tanto agognata raccomandata di arruolamento.
Fui convocato alla Reggia di Caserta. Quando arrivai, trovai un ambiente fortemente ostile. Eravamo parecchie migliaia, perché oltre a noi burbette, c’erano anche i corsi “ degli “anziani” che volgevano al termine del tirocinio formativo. 

L’esperienza della scuola di Caserta mi formò sia come uomo che come militare. Tutti noi fummo messi a dura prova. Ricordo che molti mollarono, la vita militare non faceva per loro. Gli inquadratori, gli insegnanti ed i superiori continuavano a ripetercelo ogni giorno, “se non ce la fate, andate via” ci dicevano. Fu durissima per tutti.
Rammento ancora le vesciche nei piedi causate dalle ore e ore di marcia nel piazzale della reggia. Le attività formali erano pesantissime. Al mattino ci svegliavamo prestissimo, al suono della sveglia si rifaceva la branda, ci si lavava in fretta e furia e si scendeva giù nel piazzale, dove gli “inquadratori” ci attendevano per ispezionarci. 

Al termine della cerimonia mattutina ci si recava a mensa per la colazione, e poi via sui banchi di scuola. Siamo andati avanti così per molti mesi. Di media il percorso formativo era di uno o due anni, ma non tutti rimanevano a Caserta, alcuni dopo il primo anno si specializzavano altrove.
Negli intervalli tra una lezione e l’altra si arrivava finalmente al meritato riposo. Ci ritrovavamo tutti nella “fossa dei leoni” dove spesso incontravamo qualche militare “straniero” che scherzava con noi.
Indimenticabili le lunghissime file in mutande e maglietta per essere sottoposti a vaccinazioni multiple nell’infermeria.

Per telefonare la sera si faceva la fila. C’era una stanza piena di telefoni a gettoni della SIP. Come al solito qualcuno tra noi faceva il furbo facendosi chiamare dall’esterno , non ho ancora capito come facesse.
A pranzo ci si ritrovava in un’ unica tavolata e, a turnazione, ognuno di noi era comandato del servizio di “Capo Gamella”, uno sfottò continuo , ma anche un mettersi al servizio del collega che creava in noi quel senso di “Spirito di Corpo” difficilmente reperibile nell’animo del militare moderno, ormai suggestionato dal solo C.F.I.. Continua ↓


Rammento le libere uscite, obbligatoriamente in divisa “Azzurra” nei primi mesi, così come il colore della nostra “Arma”, ormai virato nella maggior parte dei casi al verde….
Finita la scuola, fui inviato presso il reparto, dove fui costretto a confrontarmi con una realtà del tutto differente da quella che avevano tentato di farmi credere. 

Nel mio nuovo ente di appartenenza giunsi col grado di Primo Aviere. All’epoca la carriera iniziava da allievo, poi Aviere Scelto e così via, grado per grado, fino al raggiungimento dell’apicale.Cosa non funzionasse in quel sistema, sinceramente ancora oggi fatico a comprenderlo.Trovai un punto di riferimento nel “maresciallo Scelto”. Quella figura per me, come per molti altri, rappresentava il culmine della nostra carriera. Il Maresciallo Scelto era esageratamente severo se doveva riprendere il proprio sottoposto, ma allo stesso tempo era un secondo padre, sempre pronto ad intervenire per tirarti fuori dai guai.

Talvolta menava anche le mani, con qualche sano ceffone che andava inesorabilmente a segno, proprio come quello di un papà al figlio indisciplinato. Era il Maresciallo Scelto che si confrontava con il Comandante dell’ Ente e i comandanti di allora stavano ben attenti a mantenere un buon dialogo con lui.

Era una Forza Armata fortemente gerarchizzata la nostra, nella quale ognuno ricopriva il proprio ruolo, ma nessuno si sentiva numero, perché era consapevole di poter contare sul collega. La sera ci si ritrovava tutti nei circoli, ci si organizzava e si usciva.
Purtroppo nei primi anni 90 tutto questo iniziò ad andare in rovina.

Prima fu la politica a discutere di riforme del sistema pensionistico e dell’abolizione del cumulo massivo degli “anni cumulativi”, dando luogo ad un fuggi fuggi generale di tutti i marescialli Scelti, poi arrivò il macigno del riordino delle carriere del 1995, probabilmente redatto da persone rancorose col nostro ruolo ( non sono riuscito a darmi una spiegazione differente), stilato in maniera tale da generare un disordine gerarchico senza precedenti in ogni caserma italiana.

Nessuno di noi riusciva più a comprendere chi fosse chi e chi fosse cosa. Chi prima era capo, improvvisamente divenne sottoposto e chi era sottoposto si ritrovò superiore e nel peggiore dei casi, capo.
Ricordo che alcuni fecero un balzo in avanti di due gradi, raggiungendo il grado di “Aiutante”, mentre altri, pur ricevendo una promozione al grado successivo di maresciallo di prima classe, pian piano si resero conto di essere stati raggirati.

All’epoca ci fu un probabile tacito accordo tra vertici e rappresentanze e l’informazione purtroppo era quello che era, ma nessuno avrebbe mai immaginato che il danno prodotto potesse persistere per quasi trent’anni . Il Riordino pare fosse stato studiato a tavolino proprio con l’intento di destabilizzare, almeno questa è l’unica spiegazione che sono riuscito a darmi… L’operazione a quanto pare riuscì perfettamente, anche se in seguito si rivelò un’ arma a doppio taglio anche per chi lo aveva ideato.

Non tutti però compresero la portata dell’evento. Molti erano convinti di averci guadagnato qualcosa, me compreso. In seguito ci rendemmo conto di due cose: l’esodo dei “marescialli Scelti” ci privò dei nostri punti di riferimento all’interno delle caserme, mentre il riordino del 95 ci bloccò per sempre la carriera e permise a colleghi meno anziani di scavalcarci negli anni.

La maggioranza di questi colleghi inizialmente esultò, ma pian piano comprese che non era una cosa sensata, ma d’altro canto non poteva farci nulla. Molti tra loro, ancora oggi ,malgrado siano superiori di grado, con intelligenza portano ancora quel degno rispetto per la nostra anzianità di servizio , perché sanno bene che non abbiamo fatto nulla di male per meritarci questa ingiusta retrocessione. Altri invece ( pochi per fortuna) si pavoneggiano, sfoggiando il loro grado tempestato di stellette , perché probabilmente non sanno cosa abbiamo subito esattamente negli anni.

Magari non hanno mai pensato di essere stati solo più fortunati, probabilmente perché impiegati in enti nei quali le “note caratteristiche” venivano redatte con cognizione di causa, mentre negli enti come il mio, vigeva l’obbligo delle voci interne “monche”. Guai a elevare troppo i giudizi.

Ricordo ancora quando, appena dopo il riordino dle 95, iniziarono a far girare un “modello di note caratteristiche” sotto forma di quiz. Non era chiaro cosa dovesse esprimere il compilatore per valutare il proprio sottoposto. Nessuno ci capiva nulla. La valutazione veniva fatta attraverso una foglio da sovrapporre a quello dei giudizi, una sorta di “battaglia navale”. In seguito convenimmo tutti che anche quello fu un probabile escamotage per creare ancor più confusione, malgrado non fosse chiaro “il fine”.

Intanto le valutazioni andavano avanti e assistevamo inermi ed attoniti agli scavalcamenti del personale più giovane. Ci scavalcavano proprio tutti e non riuscivamo a capire il  perchè. Soltanto in seguito, quando ormai era troppo tardi,  capimmo che l’arcano era contenuto nelle note caratteristiche. Si giocava sulla lunghezza del giudizio finale e sulle note di compiacimento del compilatore e del revisore. Probabilmente anche in queste circostanze la cosa fu studiata a tavolino. Gli allora Cocer non dissero mai una parola al riguardo né denunciarono mai il problema. Noi di  1^ Classe fummo tutti lasciati alla nostra sorte. Gli stessi comandanti di reparto iniziarono ad avere difficoltà nel gestirci, consci del problema , ma anch’essi impotenti.

Una situazione simile non si era mai verificata in alcun ruolo, ed era paradossale che nel ruolo marescialli vi fossero militari giovani con gradi  da “vecchio” e militari “vecchi” con gradi da giovane. 

Trascorsero gli anni, arrivando fino ai giorni nostri. Tra uno scavalcamento e l’altro , il danno divenne irreparabile. In Aeronautica nel 2016 si contavano quasi ottomila marescialli di prima classe fermi nel grado da almeno un ventennio, anche se il  record fu toccato probabilmente attorno al 2010, con undicimila marescialli  di prima classe in avanzamento, dei quali solo il 7% riusciva ad essere promosso nella valutazione annua.

Nel 2017 auspicai un’ epoca differente che ponesse fine a quegli anni bui, ma purtroppo dovetti presto ricredermi. Malgrado fossimo rimasti in pochi, ( circa 6500), dopo 22 anni, il PD del Ministro della Difesa Roberta Pinotti ebbe il coraggio di sfornare un Riordino delle Carriere molto simile a quello del 1995.

Nella consapevolezza che avrei raggiunto l’apicale entro il 2022, col nuovo riordino fui retrocesso ancor di più insieme a tutti gli altri . Vidi salire ulteriormente chi mi aveva già scavalcato. Nessuna parola fu proferita dai Cocer al riguardo. Eppure se avessero voluto, avrebbero potuto risolverlo il problema, così come avevano fatto con i 958.

Nel 2018 votai per i 5 stelle. Ero stufo di tutto il sistema e riposi in loro le mie ultime speranze. Ero convinto che ci avrebbero ascoltato. Mai previsione fu più errata. Il governo durò poco e sia Lega che 5 Stelle ci ignorarono completamente. Continua ↓



Siamo ai giorni nostri, nel 2019. Con gli ultimi correttivi è tornato in auge il PD, quello del riordino del 2017 per intenderci. Insieme ai 5 Stelle , il  PD ha dato carta bianca per l’ennesima volta ai vertici senza impartire alcuna direttiva nei nostri confronti, ponendo fine ad ogni nostra lecita speranza.

Se con il  sistema del riordino del 1995 avevo la consapevolezza di riuscire a prendere il grado apicale entro il 2023, con il  riordino del  2017 e gli attuali correttivi ho appreso che per l’ennesima volta questa possibilità mi viene preclusa.

Tutti i Primi Marescialli dell’Aeronautica Militare, tranne noi, con questi correttivi verranno promossi per anzianità, mentre le tre aliquote straordinarie del 2017 andranno in valutazione a scelta nel 2023. A conti  fatti, se il sistema adottato sarà il medesimo degli anni precedenti, verranno  promossi poco meno di 700 luogotenente all’anno e molti di noi dovranno attendere anni.

Il sottoscritto per limiti di età, così come molti altri, sarà collocato in congedo, probabilmente senza neanche avere la possibilità di essere valutato. Questo dovrebbe causarmi frustrazione? Devo quindi fare un “mea culpa”?

Considerando che sono ormai vicino alla pensione, posso soltanto dire che non tocca certo a me fare un “mea culpa”. Durante questi anni ho servito la patria con dignità, sono stato in missione per conto della mia nazione in quasi tutti i teatri operativi, ho sempre avuto la qualifica di eccellente, non sono mai stato punito, ho avuto 5 elogi ed ho anche ricoperto svariati incarichi negli anni.

Andrò via, come molti di voi, con un grado finto, senza valore, che non corrisponde al contributo che ho dato alla forza armata,  ma sono consapevole di non essermi mai piegato all’indifferenza dei pochi che hanno gestito tutto questo. Sappiate che il tentativo di  infondere in me frustrazione è fallito, ed ai colleghi che ancora oggi non se ne sono fatti una ragione, dico di non dare soddisfazione a questi personaggi. Non saranno certo queste poche migliaia di euro a fare la differenza tra ciò che siete e ciò che vogliono far credere che siete stati.

Siate fieri di voi stessi, camminate a testa alta,  perché non avete colpa, piuttosto, la colpa è da ricercare altrove. 

W L’aeronautica Militare

W mamma Aeronautica


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