“Ringraziamo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per essere tornato ad occuparsi della situazione penitenziaria con un richiamo che mi auguro non resti inascoltato da parte della classe politica del Paese. A lui va il nostro ringraziamento per l’impegno al fine di migliorare le condizioni del personale della Polizia penitenziaria che lavora con impegno e sacrificio”.
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando il discorso di fine anno del Capo dello Stato che, nel porre al centro dell’identità stessa dell’Italia i valori della Costituzione, ha espressamente detto di averli visti “nella passione civile di persone che, lontano dai riflettori della notorietà, lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere”.
Capece evidenzia che “i peculiari compiti istituzionali del Corpo sono richiamati nel motto del nostro Stemma araldico: “Despondere spem munus nostrum“ (garantire la speranza è il nostro compito), iscritto nella lista d’oro alla base dello stemma.
Proprio garantire la speranza è un nostro dovere istituzionale, che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio, nelle carceri per adulti e minori della Nazione, con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”.
Per il SAPPE “il carcere così come è strutturato oggi in Italia va cambiato. Crediamo sia davvero giunta l’ora di ripensare l’esecuzione penale mettendo da un lato i fatti ritenuti di un disvalore sociale di tale gravità da imporre una reazione dello Stato con la misura estrema che è il carcere: e dall’altro, anche mantenendo la rilevanza penale, indicare le condotte per le quali non è necessario il carcere”.
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE