Riceviamo e pubblichiamo:
A sorpresa lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare ha deciso di raddoppiare i periodi di impiego del proprio personale impiegato nell’Operazione “Strade Sicure”. Si passa quindi da 90 a 180 giorni. Dalla mattina alla sera, molti colleghi hanno ricevuto questa notizia, diversi di loro quando si trovavano già in missione per frequentare il corso propedeutico per chi viene impiegato nell’attività di sorveglianza. Parliamo quindi di persone che si erano organizzate sul piano familiare per assentarsi per tre mesi impegnativi, ora scoprono all’ultimo minuto che i mesi sono sei. Questo mette a dura prova la capacità di sopportazione del personale coinvolto. Soprattutto quello che è costretto a lunghi viaggi, in primis chi viene dalle isole. Perché va detto che il personale coinvolto in questo tipo di attività è soggetto a delle regole ferree, per cui non può chiedere licenza se non per gravissimi motivi famigliari e quando non è impiegato nel proprio turno di servizio non può comunque allontanarsi dal reparto che lo ospita.
Per contenere al massimo i costi, il personale impiegato dall’Aeronautica è quello strettamente necessario a coprire le esigenze del servizio, in caso di defezione di qualche montante, non esistono riserve ma si utilizzano quanti sono smontanti, i quali accumulano così ulteriore fatica e un cospicuo numero di ore di straordinario, per altro pagate solo in minima parte (14 ore al mese). Coloro che sono molto lontani dal proprio nucleo familiare non possono di fatto rientrare a casa fino alla fine della missione, immaginiamo solo una madre costretta a rimanere lontana dai propri figli piccoli per sei mesi. Diversamente da coloro che essendo impiegati in località prossime alla loro abituale dimora, possono riuscire a fare, sfruttando le poche ore libere di cui dispongono ogni settimana. A questo stato di cose bisogna sommare le condizioni alloggiative che in alcuni sedimi sono al limite della decenza, in particolar modo per quello che riguarda Taranto. I venti euro netti mediamente percepiti al giorno, che non suppliscono di certo ai costi di permanenza fuori sede, per le più banali necessità quotidiane.
Se pensiamo che il personale impiegato svolge un compito delicato in mezzo alla popolazione civile, armato di tutto punto, chi può garantire che esso venga messo nelle condizioni psico-fisiche ideali per assolvere il proprio incarico con serenità e nella massima salvaguardia della sicurezza di tutti?
Turni di sevizio lunghi e faticosi, lontani dalle rispettive famiglie, cui i militari non possono essere di aiuto per tutto il periodo di impiego, mal pagati, alloggiati spesso in camerate prive di privacy, con una sola presa di corrente che obbliga ad allestire impianti elettrici volanti e di dubbia sicurezza, con multiple sui multiple per poter avere anche solo la possibilità di ricaricare i propri telefoni che sono l’unico modo per rimanere in contatto con i propri cari. Con bagni in comune che in alcuni casi sono ancora dotate di turche.
Insomma non bastano queste condizioni, che per altro avevamo già denunciato non molto tempo fa, ma l’Amministrazione con questo raddoppio a sorpresa, dimostra di preoccuparsi solo degli aspetti economici dell’operazione a discapito dei propri uomini e donne. Perché l’unica cosa che cambia in questa nuova modulazione dell’Operazione è il fatto che in tal modo si dimezzano i costi di viaggio del personale, infatti il resto infatti è sostanzialmente inalterato.
Uno schiaffo vero e proprio a tanti colleghi, uno schiaffo al Cocer che proprio oggi viene sentito in Commissione Difesa e con il quale il vertice militare non solo non ha ritenuto utile confrontarsi su questo aspetto specifico, ma del quale, evidentemente, vengono ignorate le più banali osservazioni. Questo a ulteriore dimostrazione dell’inutilità della Rappresentanza Militare ai fini della tutela del personale.
Ancora una volta i fatti oggettivi dimostrano che il personale militare ha urgente bisogno di diritti e tutele sindacali. Le condizioni di lavoro si stanno facendo ogni giorno sempre più stressanti. La riduzione degli organici e la politica di contenimento dei costi costringono a fare di più con meno, a discapito della sicurezza e della salute del personale. Per questo occorrono con la massima urgenza dei meccanismi di confronto con soggetti autonomi, come le associazioni sindacali, che possano essere strumento utile a trovare soluzioni eque per il personale, non solo per il bilancio della Difesa. Non è più accettabile continuare a mantenere sperperi e privilegi e contemporaneamente tagliare i supporti essenziali per i propri uomini.
Se Strade Sicure deve essere, che lo siano per tutti, soprattutto per il personale impiegato.
Lo Staff del SIAM