Nel suo “status” di militare in qualità di Sottufficiale della Guardia Costiera, non aveva esitato a postare nel proprio profilo facebook frasi a sfondo razziale e una foto con la quale si era fatto immortalare con dei proiettili nel pugno: “Sono arrivati i vaccini obbligatori per i clandestini” aveva commentato.
Era stata la stessa Guardia Costiera di Otranto a segnalare il comportamento del proprio militare tramite un’ informativa alla Procura. La vicenda risale al 2017, ma soltanto ora è arrivata la condanna in primo grado con l’accusa di ” apologia al fascismo ” .
Secondo il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Fabrizio Malagnino, gran parte dei messaggi potevano ricondurre ad una possibile esaltazione del fascismo ed allo sfondo razziale e sono stati considerati come una aggravante della manifestazione di idee o metodi razzisti.Tra le altre, c’erano un’ immagine del giuramento fascista e la foto di Benito Mussolini, commentata cosi: “Quando l’ingiustizia diventa legge, la ribellione diventa dovere”.
Il Profilo del militare , tra l’altro, era pubblico, quindi consultabile da tutti. Da quanto riporta il “Quotidiano di Puglia” , al sottufficiale 48enne è stata comminata una condanna ad un anno di reclusione e l’ interdizione dai pubblici uffici , nonché dal diritto di elettorato e di eleggibilità. “Pena sospesa”.↓
Durante le indagini, al militare è stata offerta la possibilità di fornire spiegazioni su quelle pubblicazioni, ma l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere . Ne è conseguita la richiesta di rinvio a giudizio basata unicamente sugli atti dell’accusa.
Durante il processo di ieri, il vice procuratore onorario, Gioacchino Argentino, ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione, mentre l’avvocato del militare ha chiesto l’assoluzione da tutte le accuse, non ravvedendo nella condotta dell’uomo, l’ apologia al fascismo. Con quelle pubblicazioni su Facebook – secondo la difesa -non si può certo sostenere che il militare avesse intenzione di riorganizzare il partito fascista». Con molta probabilità , le parti si rivedranno in appello.
Foto di repertorio