Un Luogotenente dell’ Aeronautica militare in servizio a Pratica di Mare è stato condannato a risarcire il Ministero della Difesa per diverse centinaia di migliaia di euro . Inizialmente l’importo da risarcire fu stimato per oltre 800mila euro, ma in seguito ,dopo ulteriori analisi, la cifra da restituire fu calcolata esattamente in euro 608.841,10 .
Secondo l’accusa ,il Maresciallo, dal 2001 al 2012, mentre si occupava della posta dell’ Aeroporto, avrebbe prodotto corrispondenza falsa, appropriandosi di ingenti somme di danaro.
Con l’incarico di capo Nucleo postale presso l’Aeroporto “Mario De Bernardi”, sarebbe riuscito a sottrarre all’ Amministrazione oltre 600mila euro tramite la produzione di false distinte, false spedizioni, e plichi indirizzati a soggetti inesistenti o addirittura deceduti.
L’attività istruttoria infatti aveva accertato la responsabilità penale del Luogotenente , incaricato di portare quotidianamente la posta, per conto della stazione dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, all’Ufficio Postale di Torvaianica, dove la spediva, previo pagamento in contanti, provvedendo poi alla rendicontazione delle spese postali sostenute, riuscendo ad ottenere il reintegro delle somme di danaro spese, allegando le distinte consegnategli dagli uffici richiedenti, anche giovandosi dell’ampia libertà di movimento all’interno dell’Ufficio postale di Torvaianica.
Le indagini svolte, però, hanno accertato la falsità delle distinte e la
spedizione della posta a soggetti inesistenti, deceduti, ecc. e le variegate modalità di attuazione della condotta illecita.
Inizialmente l’ammanco di danaro fu stimato in euro 812.999,48, solo in seguito, il Colonnello incaricato di esaminare la documentazione contestata, stimò l’ammanco a 608.841 euro. I soldi venivano prelevati direttamente dal fondo permanente destinato ai pagamenti in contanti delle spese postali.
Condannato a tre anni, sei mesi e venti giorni di reclusione con l’accusa di Peculato militare dalla Corte militare d’Appello di Roma, , la sentenza trovava conferma anche in Cassazione.
I giudici hanno cosi descritto l’ azione illecita del militare:
L’incarico di titolare del fondo era stato esercitato dalla stessa persona per oltre
ventidue anni consecutivi. Il quadro di scarso controllo induceva in errore l’amministrazione e consentiva agevolmente di realizzare le appropriazioni.
L’imputato non si appropriava di danaro destinato all’espletamento di spedizioni
postali vere; egli costruiva l’apparenza di invii postali inesistenti, facendoli pagare
all’amministrazione, oppure riusciva a far pagare più di una volta un invio realmente effettuato, mediante un sistema abituale e collaudato.
In seguito, la Corte dei Conti per la Regione Lazio, con la sentenza 541 dello scorso 8 novembre, ha confermato il risarcimento dovuto dal militare alle casse del Ministero della Difesa.