Si ammalò di tumore dopo il Kosovo – La vicenda del Colonnello Lacetti (video) in un portale Russo

Il colonnello della Croce Rossa Italiana Emeriko Maria Lacetti in un’intervista ,ha dichiarato alla redazione di  “Novosti” che gli fu  diagnosticato un “tumore ” ai polmoni dopo essere tornato dal Kosovo, nel 1999. Il tumore sarebbe stato una  conseguenza diretta dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti a cui fu  esposto.

I problemi respiratori iniziarono a novembre 1999, e alla fine di dicembre gli fu  confermato di aver contratto una patologia maligna.
Ricoverato in ospedale il 1 ° gennaio 2000 , dopo tre giorni gli fu asportato un campione della massa tumorale per la biopsia . La diagnosi purtroppo confermò la presenza del  linfoma di Hodgkin “.

Da quanto riporta http://www.telegraf.rs Il 13 gennaio di quell’anno, la massa tumorale  iniziò a comprimere il  cuore,e Laccetti fu sottoposto a  chemioterapia e  radioterapia. Ebbe una buona regressione, quasi fino  al  95%. Il 5% del tumore rimanente viene tenuto  tutt’oggi sotto controllo, mentre molti sono i postumi delle cure oncologiche effettuate, infatti Laccetti lamenta di avere molti problemi con le ossa , inoltre si è sottoposto ad un intervento chirurgico nel quale gli è stata impiantata una protesi all’ anca.

Dopo una lunga battaglia giudiziaria, il Tribunale di Roma nel 2009 gli  riconobbe  lo status di “vittima del dovere” , e nel 2012 gli fu riconosciuto solo in parte quanto dovuto.

Il fondatore dell’osservatorio militare Domenico Leggero nel 2009 rese noto che in Italia erano 2.558 i soldati italiani ammalati per colpa dell’uranio impoverito e che 171 erano morti. Secondo gli ultimi dati, dal 1999 sono morti più di 359 militari italiani e oltre 4.000 soldati sono stati esposti all”uranio impoverito, tra i quali, molti contaminati proprio in Kosovo. Il caporale Giuseppe de Biazi (41 anni), è l’ultimo dei militari deceduti in ordine  cronologico a causa dell’uranio impoverito . De Biazi fu impiegato in Bosnia ed Erzegovina (1999), in Kosovo (2003), in Afghanistan (2010) e in Libano (2012), secondo “Novosti”.

 

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