GROSSETO. «Mi sono rotto il cazzo di combattere contro i mulini a vento e l’ho scritto su un giornale mentre stavo in Francia». Sono le parole di Mario Alberto Dettori, il maresciallo dell’aeronautica che era in servizio al radar di Poggio Ballone la notte della tragedia di Ustica.
Parole che sono state riportate nei verbali di interrogatorio dal cognato del militare trovato ucciso sulla strada delle Sante Mariae, a cinque chilometri da Istia d’Ombrone.
La Procura di Grosseto ha ordinato l’esumazione dei resti del maresciallo: nel 1987, quando il suo corpo fu trovato impiccato a un albero, non venne fatta l’autopsia. E ora il medico legale Mario Gabbrielli sta analizzando i resti, così come richiesto nell’esposto presentato ai magistrati di via Monterosa dalla figlia Barbara e dall’associazione antimafia Rita Atria.
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