Le esplosioni sono molto insidiose. Anche se “l’onda d’urto”, in alcuni casi, non fornisce un “danno” cospicuo per i soldati, essa può infliggere traumi cerebrali che potrebbero non essere visibili e quindi notati subito. Il distretto di Naval Research degli US Navy degli Stati Uniti, però, non vuole dover aspettare i medici.
Quindi è in via di sviluppo una nuova tecnologia militare, il Blast Load Assessment Sense and Test (comunemente chiamato BLAST), che grazie ad un sistema di sensori posizionati sul soldato, è in grado di determinare se l’onda d’urto di un esplosione possa aver danneggiato il cervello della “vittima”.
Come funziona questa nuova tecnologia militare?
Sono presenti dei piccoli sensori sul casco e sull’armatura per il corpo, in grado di registrare la pressione subita e di condividerlo tramite uno scanner.
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