A 16 anni si è imbarcato sulla “Palinuro”, una nave scuola della Marina militare: ha condiviso la vita dei marina, fra turni di lavoro e disciplina da rispettare. Un’esperienza tutt’altro che usuale: dura per certi aspetti ma bella per altri. Alfredo Gentilini, 16enne di Sant’Ilario d’Enza, iscritto al liceo Maria Luigia di Parma, assicura che lo stile militare gli piace e nel suo futuro vede un impegno nell’Esercito o in Marina, magari come chirurgo arruolato.
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Arriva in redazione per l’intervista sfoggiando la piastrina identificativa al collo, accompagnato dalla madre Sandra Garimberti, insegnante di scuola materna; il padre Roberto è responsabile della sicurezza alla Bormioli. E a Gazzettadiparma.it racconta volentieri tutti gli aspetti dei suoi dieci giorni da marinaio.
Il nonno paterno di Alfredo (suo omonimo) è iscritto all’Associazione nazionale Marinai d’Italia. E’ stato lui a proporre al nipote di fare domanda per un periodo su una nave scuola. Lo scorso gennaio le selezioni a Milano. Su 500 candidati, Alfredo è riuscito ad entrare in un gruppo di 20 giovanissimi arrivati da tutta Italia: 15 ragazzi e 5 ragazze (“coccolate un po’ da tutti a bordo”, spiega), quasi tutti delle regioni del Sud. Tranne l’emiliano Alfredo e un giovane toscano.
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Dal 6 al 16 luglio, il gruppetto ha condiviso la vita di bordo con i 61 membri dell’equipaggio della nave scuola. Come in tutti gli ambienti del genere, con alcuni è stato più facile fare amicizia, magari con altri no. Solcando il Mediterraneo tra la Sardegna, la Sicilia e la Calabria (la nave avrebbe proseguito per la Turchia) Alfredo ha visto i delfini e tramonti spettacolari. Ma più del romanticismo, spiccano gli aspetti più “duri”: i ragazzi dormivano in un ambiente molto caldo e ogni giorno dovevano montare e rimontare le proprie brande. C’erano turni di lavoro per fare pulizie – dagli ambienti della nave alle parti in ottone, da lucidare bene ogni volta che si entrava in un porto – timonare la nave e altre mansioni.