intervista a un carabiniere in servizio ad Amatrice La notte a fare la spola tra i corpi senza vita e i familiari”

di Cinzia Marongiu

“Che cosa mi è rimasto impresso? La disperazione di un ragazzo che ha visto morire la sua fidanzata spagnola e non sa darsi pace per non essere riuscito a salvarla.

Poi una famiglia intera distrutta. Poi una donna che cercava la mamma e la zia. E poi quei corpi che ho visto per tutta la notte. Oltre un centinaio di salme. Credo fossero 130. Corpi intatti di persone sorprese nel sonno e morte per compressione.

Corpi di persone che stanno apparentemente bene ma che con il passare delle ore appaiono sempre più tumefatti e irriconoscibili. Il mio compito è stato quello di accompagnare i familiari a fare il riconoscimento delle salme. Ho fatto la spola per tutta la notte.

Un compito tristissimo e difficile che non mi aspettavo e che non avevo mai fatto in vita mia ma che qualcuno doveva pur fare. Il problema era che per tante salme era difficile trovare chi le riconoscesse perché non c’erano più familiari. Sono state intere famiglie a essere spazzate via”. E poi ripete. “Cosa mi è rimasto impresso? Tutto. In quelle ore i miei occhi era come se fossero una fotocamera”.

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