di Giampiero GramagliaRoma, 16 nov. (LaPresse) –
Per un intervento di terra tra Siria e Iraq, che possa essere risolutivo contro lo Stato islamico, bisogna mettere in campo almeno 60/70 mila uomini, con l’appoggio dal cielo.La stima è del generale Vincenzo Camporini, che giudica “puramente politico” l’impatto della reazione militare francese alla carneficina di Parigi, con attacchi aerei su obiettivi mirati di Raqqah, la capitale del Califfato in Siria. Il generale Camporini, 69 anni, è stato capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, dal 2006 al 2008, e successivamente della Difesa fino al 2011. Attualmente, è vice-presidente dell’Istituto Affari Internazionali.Rispondendo alle domande de LaPresse, il generale spiega: “L’operazione francese ha un senso puramente politico e risponde a logiche ed esigenze interne francesi, per fare vedere che alle dichiarazioni seguiva un’azione. Un’operazione militare efficace non si conduce con tanta improvvisazione e senza coordinamento con gli altri attori impegnati nell’area?.Che cosa serve allora, perché la risposta militare sia adeguata? Ci vuole una coalizione internazionale coesa, che ancora non c’è, e ci vuole la chiara volontà politica di coinvolgere anche tutte le potenze dell’area.
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