La combinazione di due misure dovrebbe lasciare nelle buste paga dei lavoratori della P.A. tra 60 e 100 euro al mese.
Secondo il Segretario Generale della Uil-Fpl, Domenico Proietti, lo stanziamento di soli 5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici: è un passo importante ma non è esaustivo per rinnovare subito tutti i contratti.
AGI – Il governo si prepara a varare la legge di bilancio, attesa lunedì mattina in Consiglio dei ministri assieme al documento programmatico e al Dl fiscale. Critici Cgil e Uil, che parlano di risorse insufficienti per i contratti del pubblico impiego e nessuna misura sulle pensioni, soddisfatta invece la Cisl per la conferma delle misure sul cuneo.
Con l’ampliamento dello spazio di deficit di 15,7 miliardi l’esecutivo punta a finanziare i due provvedimenti più rilevanti della legge di bilancio: riduzione delle tasse per i redditi medio bassi attraverso la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo, dovrebbe impegnare tra 9 e 10 miliardi, e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla Delega fiscale, che potrebbe valere altri 5 miliardi. La combinazione di queste due misure dovrebbe lasciare nelle buste paga dei lavoratori dipendenti tra 60 e 100 euro al mese. La priorità, spiega il governo, è “contrastare gli effetti negativi dell’inflazione“.
Spazio anche a delle misure per la famiglia, con incentivi per la natalità e le donne lavoratrici. Dovrebbero esserci 5 miliardi per i rinnovi dei contratti della Pa scaduti da tempo. Altri 3 miliardi potrebbero essere ad appannaggio del comparto sanitario. Appare limitato invece l’intervento sulle pensioni. L’importo finale della manovra potrebbe aggirarsi attorno ai 22/23 miliardi di euro. Possibile trovi spazio anche un primo finanziamento per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto.
Il vice premier Matteo Salvini assicura: “Lunedì avremo nella legge di bilancio la copertura economica necessaria”. Il costo complessivo dell’opera oscilla tra i 12 e i 16 miliardi a seconda delle diverse simulazioni. In serata il governo ha incontrato le parti sociali, oltre 30 sigle tra sindacati e associazioni datoriali. L’esecutivo – rappresentato dai ministri Giancarlo Giorgetti, Marina Calderone, dal viceministro Maurizio Leo e dal sottosegretario Alfredo Mantovano – parla di uno “scambio di vedute che si è svolto in un clima proficuo e costruttivo”.
Il giudizio delle parti sociali, incontrate dall’esecutivo in serata, è diversificato: c’è chi apprezza la conferma del provvedimento sul cuneo pur chiedendo diventi strutturale e chi domanda maggiori risorse su sanità e contratti e un intervento pensioni. Cgil e Uil hanno espresso le maggiori perplessità, la prossima settimana riuniranno gli organi di vertice per ragionare su come portare avanti la mobilitazione.
Dal vertice Fmi in Marocco il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sottolinea che “la prudenza di bilancio sia necessaria” ma al contempo si dice convinto che “possiamo crescere di più”. L’Fmi nei giorni scorsi ha avanzato rilievi all’Italia sul contenimento del deficit, ma per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti basterà attendere che sia disponibile il testo della manovra per capire quanto il Governo sia stato “serio e responsabile”. Nel corso del vertice con le parti sociali il ministro avrebbe rivendicato: “Non governiamo governati dallo spread”. Il titolare del Mef avrebbe comunque sottolineato che l’azione di governo tiene comunque in debita considerazione l’andamento dei mercati.
La Cgil contesta nel metodo e nel merito le scelte del governo sulla manovra economica e sul salario minimo. “Questa manovra ha una visione miope, di chi pensa esclusivamente a interessi elettorali, di chi ha paura di confrontarsi con le parti sociali”, attacca il segretario Maurizio Landini. La sigla di Corso Italia non esclude lo sciopero generale tra le possibili iniziative in campo. “È andata male, avevamo chiesto l’apertura di un confronto, ci siamo trovati di fronte a una informativa del governo. Si prospetta una manovra che ci riporta all’austerità. Non ci sono risposte sulla sanità, sulle pensioni c’è la conferma della legge Fornero”, aggiunge il segretario confederale Cgil Christian Ferrari dopo il vertice a Palazzo Chigi.
Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, riassume: “Il governo ha detto che ci sono 15 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, abbiamo apprezzato questa decisione, abbiamo chiesto di renderlo strutturale, ci sono 3 miliardi sulla sanità, per noi non sono sufficienti. Hanno annunciato che ci sono 5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici, anche questi fondi non sono sufficienti, bisogna dare continuità alla contrattazione. Non c’e’ niente sulla previdenza, non c’è niente su opzione donna”.
Diversa la posizione della Cisl, con il segretario Luigi Sbarra che apre: nella manovra “troviamo recepite molte proposte e molte priorità che in questi mesi abbiamo indicato come Cisl”. Poi aggiunge: “Importante è la proroga per tutto il 2024 del taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti. Abbiamo inoltre avuto assicurazione che vivrà anche per il prossimo anno la perequazione, l’indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione”. I Giovani di Confindustria sostengono che “non possiamo permetterci una legge di bilancio rinunciataria”. Mentre la Confesercenti valuta “positivamente lo sforzo di rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 28-35mila euro”.