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Il periodo attuale è interessante, forse il più interessante dalla costituzione delle FFAA moderne, ma allo stesso tempo intriso di false promesse elettorali, comunemente note al mondo militare che quasi non ci si fa più caso. Questa volta però oltre alle promesse ci sono i fatti, quelli della Corte Costituzionale, che con una sentenza storica ha dato il via libera ai sindacati anche per il personale con le stellette.
Pur non avendo suscitato il meritato clamore, la notizia ha comunque destato un fievole interesse tra le divise, forse dettato dagli anni trascorsi in ambienti poco affini alla democrazia partecipata. Sarà poi pur vero che questa sentenza arriva subito dopo l’ennesimo “ritardo” del pagamento degli arretrati previsti dal rinnovo del contratto, e considerato che il personale dedito alla Sicurezza ed alla Difesa del paese con i diritti non ci campa, con gli arretrati, per quanto poco cospicui, potrebbe comunque tirare a campare….
A questo possiamo aggiungere anche l’ ennesima delusione di gran parte del personale in divisa causata dal pessimo Riordino delle carriere, dettato da una politica sorda alle richieste degli operatori dei Comparti, al punto che si è riusciti a fare peggio del lontano 1995,chi l’avrebbe mai detto? Inoltre, giova davvero poco rammentare l’ulteriore aumento dei requisiti anagrafici per accedere al sistema pensionistico. Dal prossimo 1 gennaio 2019 infatti, occorreranno ulteriori 5 mesi per maturare il diritto alla tanto agognata pensione. Detti requisiti aumenteranno ulteriormente dal 2021 per un massimo di 3 mesi ogni due anni….
Detto ciò, non possiamo non considerare che i sindacati della Polizia Italiana siano comunque più influenti della rappresentanza Militare. Lo si evince dalle continue proposte di correttivi al Riordino stesso , spesso considerate dai vertici, nonché dalle compagini politiche, mentre le rappresentanze Militari faticano ad incontrare i vertici ed in molti casi anche il personale che rappresentano.
Tra Sindacato e Rappresentanza militare però, s’interpone il Parlamento Italiano, il cui compito/dovere è quello di legiferare sulla sindacalizzazione delle FFAA, in modo da permettere la nascita delle prime sigle di settore, che potrebbero essere sponsorizzate dalle più blasonate sigle operanti in ambito civile.
Ma cosa potrebbe significare il “sindacato” per un militare? Questa è la domanda che ogni uomo con le stellette dovrebbe porsi. A qualche quesito possiamo ipotizzare una risposta noi di NSM, proponendo come argomento “ la tutela legale”. Fino a quando non sarà costituito un sindacato, per un militare “sottoposto ad un procedimento di qualsiasi tipo” le misure di autotutela sono veramente poche , come ad esempio il Rapporto Gerarchico , il Ricorso Gerarchico , il Ricorso al Tar ed infine il Ricorso al Presidente della Repubblica. Sono altresì concessi strumenti di difesa nell’ ambito di un processo nel proprio reparto, ma necessitano della nomina di un Militare difensore di ampia esperienza, non sempre reperibile/disponibile. In ambito sindacale questo potrebbe cambiare completamente, ad esempio tramite regole ad hoc che permettano l’istituzione di una commissione giudicante formata anche da membri del sindacato, al fine di tutelare il commilitone iscritto , proprio cosi come avviene in ambito civile, dando vita ad un’ assistenza legale di settore i cui costi equivarrebbero alla mera quota di iscrizione mensile , mentre sappiamo bene di quanto sia oneroso un ricorso al PDR, o ancora peggio al Tribunale Amministrativo Regionale, a cui spesso ci si rivolge quando ormai il danno è irreparabile.
Inoltre, non sarebbe affatto secondaria la concessione del potere contrattuale al futuro sindacato militare, col quale il “sindacalista con le stellette” potrebbe esercitare una più ampia possibilità di accordo unilaterale con il mondo politico, specie quando si discutono tematiche d’interesse comune, quali Riordino delle Carriere e Rinnovo del Contratto.
Tra Rappresentanza Militare attuale e Sindacalizzazione però, molto probabilmente non si interporrà soltanto il Parlamento Italiano, ma anche l’ultimo mandato della Rappresentanza Militare , quella prevista dalla 382/78 che , con la scadenza del milleproroghe avvenuta lo scorso mese, dovrà “rinnovarsi” nel mese di maggio 2018. In seguito, questa “nuova rappresentanza” potrebbe essere interpellata dalle commissioni parlamentari e di governo, sia per la definizione delle norme sindacali , sia per i correttivi al Riordino delle Carriere . Quindi, matita alla mano, tutti i militari potrebbero essere artefici del loro futuro. Ogni militare dovrà quindi valutare la decisione migliore per il proprio Ruolo di appartenenza, specie in virtù di ciò che ha ottenuto in passato.