Il Comitato Uniti per la Maremma disponibile a protestare per le forze dell’ordine «Servono più uomini e mezzi più moderni, ma non possiamo aspettare ancora»
di Francesca Gori
GROSSETO. «L’esercito in città serve. Almeno fino a quando il governo non deciderà di mandare più uomini e mezzi per garantire la nostra sicurezza». Il Comitato Uniti per una Maremma migliore spinge l’acceleratore sulla richiesta di militari da utilizzare per presidiare il territorio. La polemica, sui social network e su Internet, ha tenuto banco ieri per tutto il giorno, tra chi sposava in pieno le parole del segretario del Siulp, Vincenzo Botti e chi invece, in città, vorrebbe vedere gli uomini con la mimetica addosso.
«Servirebbero come deterrente – aggiungono al comitato – ma soprattutto potrebbero dare una mano alle forze dell’ordine. Noi siamo dalla parte di polizia, carabinieri e guardia di finanza e se servirà andremo a protestare sotto la Prefettura per chiedere che vengano mandati a Grosseto più uomini, che si sblocchino i concorsi e che anche i mezzi vengano modernizzati. Ma ci vorrà tempo e fino ad allora una soluzione tampone potrebbero essere appunto i militari». Lo chiede il comitato. Ma lo chiedono anche i tanti cittadini che hanno messo il loro nome e cognome sotto la petizione che verrà consegnata alla Prefettura. «Il numero di firme ancora non è stato conteggiato – dicono – perché le raccoglieremo fino al 15 novembre ma il dato importante è che ne abbiamo raccolte 1.500 in appena venti ore. Questo dimostra che le persone vedono nella nostra proposta una possibilità concreta per risolvere un problema che è molto sentito».
Il sindacato dei poliziotti e alcuni appartenenti alla questura ieri hanno sottolineato quello che il Siulp dice da tempo: «Il controllo delle città spetta alle forze dell’ordine – dicono – i militari non sono addestrati per svolgere questo compito». Se c’è un settore sul quale è necessario intervenire, quindi, sono gli investimenti per polizia, carabinieri e finanzieri. «Su questo siamo d’accordo – aggiungono al comitato – ma stiamo vivendo un momento di emergenza. Capiamo che ci sono problemi a monte, come lo scoglio dei tribunali dove spesso chi commette reati non viene punito ma rilasciato subito dopo. Però è anche
vero che non possiamo aspettare troppo. La nostra città è cambiata molto e ormai non c’è alcun luogo che possa ritenersi davvero sicuro e tranquillo». Insomma, con la chiave nella toppa, non si dorme più, nemmeno in Maremma. Meglio, secondo il comitato, avere un soldato davanti all’uscio.
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