Spero che papà sia contento che mi abbiano messo nei carabinieri

Il 13 giugno del 1983 il capitano dei carabinieri di Monreale Mario D’Aleo, 29 anni, l’appuntato Giuseppe Bommarito, 39 anni e il carabiniere Pietro Morici, 27 anni, vennero uccisi dalla mafia.

CARABINIERE PIETRO MORICI

 

Morici aveva appena terminato la scuola allievi carabinieri e gli era stato assegnato il ruolo di “autista” in favore del capitano D’Aleo.

 

Bommarito era un appuntato, arruolato come Ausiliario e successivamente aveva frequentato il corso presso la Scuola Allievi Carabinieri di Torino.

APPUNTATO GIUSEPPE BOMMARITO

Entrambi erano stato assegnati come scorta al capitano Mario D’Aleo, comandante della Compagnia di Monreale. D’Aleo aveva indagato sull’uccisione del capitano dei carabinieri Emanuele Basile avvenuta due anni prima.

IL CAPITANO MARIO D’ALEO

 

 

 

Le indagini del capitano portarono all’arresto di Bonanno, Puccio e Giuseppe Madonia. Venne anche individuato Giovanni Brusca come mandante dell’omicidio. Il capitano D’Aleo fu anche il primo ad indagare sulle attività illecite di Totò Riina.

Il 16 novembre del 2001, dopo 18 anni, vennero ritenuti colpevoli dell’ uccisione dei tre carabinieri, e quindi condannati all’ergastolo: Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Giuseppe Farinella e Nenè Geraci. Gli esecutori materiali furono individuati in Angelo La Barbera, Salvatore Biondino e Domenico Ganci.

D’Aleo appena dopo essersi arruolato scrisse alla sua famiglia:

“Spero che papà sia contento che mi abbiano messo nei carabinieri”.“Chiedo scusa a papà se spendo un po’ troppi soldi per telefonare, ma sentire la sua voce familiare è davvero bello!”.

Nell’agosto  del 1983, due mesi dopo la morte, i tre carabinieri vennero insigniti della Medaglia d’oro al valor civile (alla memoria).

CAPITANO D’ALEO: 

«Comandante di Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983»

APPUNTATO BOMMARITO e CARABINIERE MORICI:

«In servizio in una Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983.»

Dal 1961 sono stati uccisi oltre 4000 appartenenti al comparto Sicurezza e Difesa, ma non si è inginocchiato mai nessuno.

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