Rebibbia, protesta dei detenuti nel carcere romano per l’avanzata del Coronavirus. SAPPE: “Più che amnistia o indulto, potenziare area penale esterna”

Si sono registrate diverse proteste, questo pomeriggio, nel carcere romano di Rebibbia – Casa circondariale Nuovo Complesso.

Come spiega Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE “molti detenuti del Reparto G8 si sono rifiutati di rientrare dal cortile passeggio per problemi legati alla positività al Covid 19 di due loro compagni e al conseguente isolamento sanitario cautelativo di altri che erano stati a diretto contatto.

Dopo un consistente intervento di personale di Polizia Penitenziaria ed un colloquio con un vice direttore, i detenuti sono poi rientrati pacificamente nelle celle”.

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, presso la Casa circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia a Roma i detenuti positivi al Covid-19 sono 5, solamente uno dei quali gestito all’esterno del carcere: positivi anche 14 poliziotti penitenziari ed un impiegato.

“Nelle ultime settimane c’è stato un netto aumento di casi di Coronavirus nelle carceri italiane. Gli ultimi dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria ci dicono che sono positivi al virus 866 poliziotti penitenziari e 758 detenuti, quasi tutti seguiti e gestiti internamente agli istituti. 70 sono i positivi tra i dipendenti “civili”, ossia appartenenti alle Funzioni centrali. 

Probabilmente, se fossero stati raccolte le nostre grida di allarme lanciati lo scorso gennaio, avremmo potuto fronteggiare l’emergenza con i quantitativi necessari di DPI. Al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede rinnovo l’invito a non ritardare ulteriormente gli accertamenti doverosi ai Baschi Azzurri – quali sono i test ematici e quello del tampone– che sono fondamentali per la sicurezza sociale ma che in alcune Regioni ancora non sono stati fatti”.

E’ l’auspicio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria “è indispensabile monitorare costantemente la questione e predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari”.

“Non entriamo nel merito di eventuali amnistie, indulti e condoni (di cui si parla in questi giorni): mi limito ad osservare che a poco servono se poi non seguono riforme strutturali”, conclude Capece.

Piuttosto, servirebbe, ad esempio, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria”.

Roma, 17 novembre 2020

Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE


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