Quei ragazzi di mare avvelenati dall’amianto sulle navi militari

Un milione e mezzo di euro l’anno. Quanto gli stipendi lordi annuali di un pugno di ammiragli. Ecco quanto ha speso ufficialmente la Marina, da quando l’amianto è vietato, per rimuovere dalle navi militari le enormi quantità di asbesto. Causa, per il procuratore padre dell’inchiesta, di almeno 600 morti di tumore. È una gara contro il tempo, ormai: riusciranno i marinai ammalati ad aver giustizia prima che l’abbia vinta «la grande consolatrice»?

«Bini Mario, contumace. Chianura Francesco, contumace. Cucciniello Guido, contumace…». Basta la lettura dei resoconti delle udienze del tribunale militare di Padova per capire il peso dato all’inchiesta dagli alti ufficiali. Poco. Pochissimo. Mai venuti in aula. Ci pensino gli avvocati…

Il libro

Accusa l’ultimo report del Registro nazionale dei mesoteliomi che «l’Italia è attualmente uno dei Paesi al mondo maggiormente colpiti dall’epidemia di malattie amianto correlate. Tale condizione è la conseguenza di utilizzi che sono quantificabili a partire dal dato di 3.748.550 tonnellate di amianto grezzo prodotto nazionalmente nel periodo dal 1945 al 1992 e 1.900.885 tonnellate di amianto grezzo importato nella stessa finestra temporale». Leggi tutto, clicca QUI

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