NUORO, SEQUESTRATI DALLA POLIZIA PENITENZIARIA SETTE TELEFONI CELLULARI. SAPPE: “SI A CONTROLLO CON BODY SCANNER”

Importante operazione di servizio all’interno del carcere di NUORO: trovati diversi telefoni cellulari. A darne la notizia è Luca Fais, Segretario regionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE:

Registriamo con soddisfazione una maxi operazione di intelligence svolta dal personale di Polizia Penitenziaria della Casa circondariale di Nuoro, unitamente al Reparto cinofilo. Il familiare di un detenuto Alta sicurezza di origini pugliesi è stato scoperto mentre durante il colloquio in carcere cercava di introdurre della sostanza stupefacente e dei cellulari.

L’atteggiamento nervoso dell’individuo ha insospettito gli operatori che hanno messo alle stette l’interessato portandolo a consegnare il materiale proibito, ben occultato in alcune parti del corpo. Le operazioni di perquisizione venivano estese immediatamente  presso l’abitazione occasionale del soggetto situata in un b&b della città nuorese dalla quale emergevano altri telefoni, schede sim, sostanza stupefacente e denaro contante.



La piaga dei micro telefonini continua ad impegnare la Polizia penitenziaria portandola a tenere la massima attenzione durante le operazioni di servizio. Rivolgo un plauso al personale del carcere di Nuoro che ha sempre dimostrato grande professionalità”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, sottolinea: “Va dato atto e lustro al personale di Polizia Penitenziaria in servizio che quotidianamente, solo grazie all’esperienza e professionalità, riesce a reprimere e a prevenirne reati d’ogni genere, che si verificano all’intero degli istituti penitenziari.

Questo ennesimo rinvenimento di telefoni destinati a detenuti, scoperti e sequestrati in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di Nuoro a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente oggetti e sostanze stupefacenti in carcere. 

Nonostante nella maggior parte degli istituti penitenziari si stiano adottando misure di sicurezza basate sulla dinamicità e sulla videosorveglianza, che a nulla servono se non si prevede l’obbligo del lavoro per i detenuti, non ci sono telecamere e altri sistemi di sicurezza che possano intervenire e sostituire la professionalità della Polizia Penitenziaria”.

Capece evidenzia infine come “quel che è accaduto a Nuoro dimostra che la tensione che caratterizza le carceri, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri, come ad esempio i body scanner che potrebbero comunque aiutare molto in termini di prevenzione e contrasto circa l’introduzione di materiale illecito e non consentito nelle carceri”.


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