«Mario tradito da un lavoro che amava e in cui credeva»

La salma del militare ucciso da una leucemia viene composta nella sua casa, indosso la divisa dei parà. Prima di morire aveva espresso il desiderio di ottenere verità e giustizia sull’uranio impoverito

di Sabrina Chiellini

Di missioni all’estero il maresciallo della Folgore Mario Mele ne aveva fatte tante. Credeva in quello che faceva, ricordano i familiari e gli amici. «Era sicuro che il suo lavoro avrebbe aiutato popoli dilaniati dalle sofferenze». Quello che invece il paracadutista della Folgore non poteva immaginare è che avrebbe pagato un caro prezzo, quello della sua vita, per avere partecipato alle missioni di pace in Kosovo, Afghanistan, Albania, Somalia e Iraq.

Continua a leggere a questo LINK

Condivisione
Metti un like alla nostra pagina facebook, Clicca QUI. Ci trovi anche su Telegram, Clicca QUI. (Se non hai Telegram, Clicca QUI)

Lascia un commento