Marina Militare, l’ammiraglio ironizza: “Erba alta? Comprate delle capre”. E i marinai eseguono alla lettera

Farsi venire un’idea, anche fantasiosa, magari bizzarra, e vederla subito realizzata: anche questo è potere. E allora: “Se non bastano i soldi per falciare i prati, potete comprare delle caprette”. L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, in visita a una caserma pugliese, contrariato dall’erba alta, forse intendeva fare una battuta. Ma al capo di Stato maggiore della Marina militare capita spesso di essere preso sul serio. E così, dalla Puglia al Veneto, a luglio di quest’anno, le caprette sono arrivate davvero in almeno due caserme. Gli ufficiali della base aeromobili della Marina di Grottaglie, vicino a Taranto, hanno preferito le tibetane, più piccole. Quelle di stanza a Venezia si direbbero capre alpine.

A Venezia e Grottaglie i militari recepiscono seriamente una battuta dell’ammiraglio De Giorgi. E si ritrovano una grana: gli animali, comprati per svolgere funzioni prima affidate a contratti troppo onerosi, vanno gestiti, curati, sfamati, munti e protetti dalle intemperie. Il preposto alla salute chiede conto delle condizioni igienico-sanitarie e gli scappa l’ironia: “Viva speranza che le caprette vadano presto a pascolare, tutte assieme”. Risultato? Tre giorni di consegna di rigore con l’accusa di avere diffuso “segreti militari” con “dichiarazioni incomplete”

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