Stalkera la collega in caserma – A processo – Troppi sms e telefonate

Due marescialli, Capo lui, ordinario lei. Ma questa volta non c’entra la passione o il sesso, il contenuto delle chiamate e degli sms inviate da lui avevano altri fini. Questo è quello che è emerso dalle intercettazioni dei colleghi della quarta sezione del Nucleo investigativo. Continua ↓

In due mesi, a cavallo dell’estate 2016, l’ha contattata 555 volte con e-mail, sms, messaggi in chat, chiamate da utenze diverse a tutte le ore. Più un ossessione che una passione. Sicuramente non un corteggiamento, dato il contenuto delle sue frasi. Continua ↓

Sarebbe una storia di stalking come tante altre se non per il fatto che vittima e persecutore sono due carabinieri della caserma di Monteverde. Maresciallo lei, maresciallo capo lui: Mario Braidi, in questi giorni a processo. Altri carabinieri, quelli della quarta sezione del Nucleo investigativo, specializzati in reati di questo tipo, hanno raccolto le prove portate in aula dal procuratore aggiunto Maria Monteleone in prima persona. Continua ↓

Braidi avrebbe sfruttato il suo ruolo sia per mettere pressione alla collega («Maresciallo, chiamami… È un ordine», le ha scritto una volta via sms) sia per accedere allo Sdi, l’archivio automatizzato sulle indagini in corso «per acquisire notizie e informazioni riservate — si legge nella richiesta di processo — con l’aggravante del fatto commesso da pubblico ufficiale e con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti alla sua funzione».  Leggi tutto, clicca QUI

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