Le promesse del Ministro della Difesa nell’epoca delle attese bibliche

Ennesima interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa. Questa volta al microfono c’è il Deputato Davide Galantino, il primo Graduato dell’Esercito ad entrare nel Parlamento Italiano, noto alle cronache per essere intervenuto in più occasioni in difesa dei militari, come ad esempio nella questione “dell’audio del comandante che minacciava i suoi uomini all’ alzabandiera” o per il suo impegno per l’ estensione delle segnalazioni anonime dei militari su fatti che interessano l’integrità dell’ amministrazione della difesa.



Poco più che uno scambio di reciproci convenevoli quello tra il Deputato Galantino ed il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che avviene esattamente 5 mesi dopo la presentazione del ddl 875 sulla sindacalizzazione delle Forze Armate, testo annunciato ma i cui contenuti non sono mai stati resi noti fino ad oggi, al pari di tutti gli altri testi sul medesimo argomento.

Gli arruolati con la legge 958

Sorte non migliore è toccata al bando degli arruolati con la legge 958, tanto atteso dagli interessati, che non appena pubblicato è stato immediatamente ritirato. Sembrava uno scherzo, eppure era tutto incredibilmente vero. Su questa vicenda, il Ministro della Difesa ha però voluto rassicurare gli animi. Sembrerebbe infatti che il bando sia stato corretto perché viziato da alcune macroscopiche differenze tra le tre Forze Armate e la sua pubblicazione ufficiale potrebbe avvenire addirittura la prossima settimana.

Il disegno di legge fantasma (875)

La mancanza di un disegno di legge sulla sindacalizzazione, sta contribuendo negativamente sia sulla Rappresentanza Militare, sia sullo stesso sindacato. Le nostre Forze Armante infatti stanno vivendo un periodo storico particolarmente confuso in tema di “tutela” del personale.

Questa confusione sta causando la nascita di nuove forme di arrivismo, tra le quali spicca quella dei sedicenti sindacalisti in cerca di improbabili tesseramenti col mero fine del lucro. Le storiche battaglie portate avanti nei decenni da Finanzieri impavidi e associazioni di settore, non possono essere dimenticate nell’arco di una tornata elettorale e non possono essere eluse da questi personaggi.

Oggi i militari non si sentono rappresentati per colpa degli errori del passato e per colpa di una legge che tarda ad arrivare. Oggi nessun militare sa più chi rappresenta chi. Una sorta di caos rappresentativo. Molto probabilmente non si sarebbe arrivati a questo punto se le rappresentanze militari avessero goduto della giusta considerazione a tempo debito. Ora è del tutto inutile correre ai ripari.

Il tanto proclamato governo del cambiamento dovrebbe forse iniziare ad abbandonare i proclami per perseguire la via dei fatti , ponendo finalmente rimedio a questo  stallo .



Ed è infatti in questo contesto, tra le tante belle parole, i vari proclami, le molte promesse e le varie sentenze, che i nostri militari rimangono silenti, ligi al loro status, consci di essere oggetto di decisioni che avrebbero potuto cambiare presto le loro prospettive, ma attori consapevoli di un proclamato cambiamento che di fatto non c’è e che, almeno per ora, nulla ha a che fare con la quotidianità vissuta in caserma. Forse un giorno (a quanto pare -di questo passo- molto lontano) questo cambiamento ci sarà, chissà…

La Corte Costituzionale si è espressa da 7 mesi ed il Consiglio di Stato ha più volte ribadito che lo strumento della Rappresentanza Militare  è inefficace e va sostituito con uno più adeguato e moderno. Cosa si sta aspettando?

I Contributi pensionistici e l’impiego

In questo scenario pieno di interrogativi, molti giovani militari sono costretti ad una sorta di rassegnazione ed incertezza sul loro futuro contributivo e d’impiego, costretti ad attendere l’evolversi degli eventi, senza poter conoscere nulla riguardo il loro futuro remunerativo,  contributivo e d’impiego. La chiusura continua di enti e la riduzione del personale militare  prevista dal libro bianco, portano inevitabilmente a concepire una futura dislocazione di uomini e mezzi in poche basi sul territorio nazionale.

I militari più anziani hanno invece il timore che si vada a modificare per l’ennesima volta la norma sui requisiti anagrafici per poter accedere alla quiescenza. Le pensioni sono in costante diminuzione per via del sistema contributivo e lasciare il  servizio attivo prima del limite ordinamentale, equivarrebbe a rinunciare a qualche centinaia di euro al mese. In molti poi non sanno se gli verrà riconosciuta l’applicazione del 44% sull’ articolo  54, cosi come non sanno se potranno accedere al moltiplicatore. Questi oggi sono solo alcuni degli aspetti che riguardano il personale militare. Protagonista? Lasciamolo decidere alla politica.

Di seguito vi proponiamo il  messaggio del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta ( video in calce):

Il personale è assoluto protagonista del processo di cambiamento delle Istituzioni; sento, quindi, come mio dovere quello di tutelarlo al massimo grado delle legittime aspettative con particolare riguardo alla propria dimensione familiare.
È un dato oggettivo che gran parte del personale proviene dalle regioni meridionali della penisola, mentre l’attuale situazione vede i due terzi delle infrastrutture militari dislocate nel Centro Nord. Tale disequilibrio sussiste nonostante un importante sforzo di razionalizzazione che ha interessato l’intero territorio nazionale, a seguito del quale sono state inserite in attività di dismissione e razionalizzazione ben 1.800 infrastrutture militari.
Al riguardo, desidero evidenziare di aver dato mandato allo Stato Maggiore della Difesa di condurre uno studio omnicomprensivo per verificare la possibilità di esplorare nuove soluzioni infrastrutturali per il trasferimento di alcune unità operative al Sud del Paese.

Sempre nell’ambito della salvaguardia delle legittime aspettative del personale, vorrei soffermarmi sul sistema di avanzamento che consente di individuare i più meritevoli per la promozione al grado superiore.
In tale contesto mi sto adoperando per ridurre le tempistiche dei lavori delle commissioni, in particolare di sottufficiali e graduati, nonché per garantire uniformità di indirizzo tra Forze Armate e categorie di personale delle singole Forze Armate.

Il fine è quello di garantire una progressione di carriera ancorata a criteri di valutazione oggettivi e trasparenti volti a valorizzare le capacità e la professionalità del personale giudicato, adottando, se necessario, anche forme di pubblicità dei verbali delle commissioni di avanzamento. Qualche giorno fa, nell’ambito del concorso straordinario per il reclutamento nei ruoli marescialli per i cosiddetti “958”, sono intervenuta per sanare una sperequazione tra forze armate, con riferimento alla effettuazione delle prove fisiche; anche in questo ambito reputo necessaria l’omogeneità a livello interforze.



Con riferimento, invece, alle associazioni sindacali, il riconoscimento del diritto ai militari, di costituire associazioni professionali a carattere sindacale, è stato come noto sancito dalla sentenza n. 120 del 2018 della Corte Costituzionale.
In tale quadro, ho ritenuto opportuno emanare una circolare con cui vengono specificati, a normativa vigente, i criteri e i limiti per la costituzione di tali associazioni e sono fissati gli scopi statutari e i poteri in capo alle stesse nonché le principali modalità di riconoscimento.

La circolare, che a breve sarà aggiornata alla luce del parere fornito in materia dal Consiglio di Stato, costituisce solo il primo passo verso la piena attuazione di un diritto che tutti i militari aspettano da anni.
Sono tuttavia consapevole del fatto che, come ampiamente evidenziato dagli stessi giudici costituzionali, occorra disciplinare la materia sul piano legislativo.

In merito alla possibilità delle amministrazioni pubbliche, nazionali e locali, di utilizzare il personale militare in ausiliaria nell’ambito del comune o della provincia di residenza, ho il piacere di comunicare che il progetto sta già dando i primi risultati. Si è dato il via ai primi richiami e proprio ieri si è tenuta in Campidoglio una importante attività informativa, a cura del comune di Roma, volta a fornire elementi conoscitivi al numeroso personale militare in ausiliaria presente (circa 150) interessato a un possibile impiego presso l’amministrazione capitolina.

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Passo, infine, al personale civile, componente importante componente e risorsa dell’Amministrazione Difesa e risorsa su cui considero prioritario investire.
Sul versante interno, è stato già predisposto un piano di formazione su base triennale con l’obiettivo di poter contare su un personale aggiornato, motivato e quindi pronto ai cambiamenti. Sono, inoltre, allo studio approfondimenti su più fronti per ottimizzare le capacità della Difesa già esistenti nel campo della formazione. Ciò passa anche attraverso il contributo dei nostri lavoratori più anziani che possono diventare essi stessi formatori. Ma non solo, intendo valorizzare i centri di formazione dell’area tecnico-industriale, potenzialmente basi di un’offerta formativa tecnico-specialistica ed orientata al lavoro, anche per i cittadini.

Sul versante esterno, sto valutando ogni possibile opzione per individuare modalità operative efficaci per promuovere l’occupazione giovanile nella Difesa.
Infine abbiamo proposto nell’attuale disegno di legge di bilancio degli emendamenti a favore delle assunzioni del personale civile della Difesa.

https://www.facebook.com/ElisabettaTrentaM5S/videos/372063190232834/

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