G8, si continua ad insistere sugli identificativi. Conestà (Mosap): «Poliziotti non sono capi di bestiame da marchiare»

«Certi personaggi politici tanto rispettosi e in prima linea per i diritti umani, quando si parla di poliziotti sembrano dimenticare il significato di dignità».

Lo dice Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), in risposta alle dichiarazioni di Erasmo Palazzotto e altri che, commentando la promozione a Vice Questore di due funzionari coinvolti nel caso Diaz, tornano a chiedere gli identificativi per le forze dell’ordine.

«Non esiste proposta più inutile e assurda di quella degli identificativi. I poliziotti – insiste Conestà – non sono capi di bestiame da marchiare. Con gli identificativi si presterebbe il fianco ad accuse strumentali e denunce infondate per alimentare l’ego e il portafogli di professionisti dei processi mediatici, a scapito di poliziotti che, per vedere riconosciuta la legittimità del loro operato, devono attendere anni pagando di tasca propria.

Chi insiste su questo metodo inutile, lo fa in malafede. Perché non accettare la proposta di installare le bodycam su auto di servizio, divise e celle di sicurezza?

Perché – dice ancora il sindacalista – non rendere concreta questa richiesta di trasparenza? Le telecamere non offrono ampio spazio alle farneticazioni, in quanto documentano tutto nei minimi dettagli. Forse è proprio per questo – conclude – che non piacciono ai professionisti del disordine e ai loro sostenitori nel mondo politico».

Roma, 03 novembre 2020


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