COVID tra le divise. Norme poco chiare non favoriscono il distanziamento, intanto i contagi aumentano

Nelle ultime settimane il Covid-19 è tornato a far paura e malgrado alcuni tendano a rassicurare su una tenuta del sistema sanitario nazionale, altri avvisano sull’imminente ed inevitabile ritorno al tanto temuto lockdown.

La drammatica esperienza di inizio anno sembra non aver insegnato poi molto e soprattutto pare non sia servita a sensibilizzare gli animi di diverse figure di vertice del Comparto Sicurezza e Difesa. Ciò potrebbe far sfuggire di mano la situazione.

Allo stato attuale non sembra esistere una linea comune nelle forze armate, così come in quelle dell’ ordine. Ogni Ente emana una serie di scartoffie redatte ai vari livelli,  devolvendo spesso le decisioni più importanti, e questo crea una certa confusione. 

Dai numerosi comunicati stampa delle associazioni sindacali, sia civili che militari, sia di forza armata che dell’ordine, fatta eccezione per una Circolare diramata dal Ministero dell’ Interno ( leggi QUI), si apprende di una inconsueta presenza a pieno regime di personale nella maggior parte delle caserme italiane e ciò in parecchi casi appare alquanto paradossale, specie dopo aver riascoltato l’ultimo messaggio del Premier Conte. 

Eppure il governo già dal mese di marzo 2020 aveva sensibilizzato tutti a incentivare il  lavoro agile. Cosa che però è avvenuta soltanto in una parte del pubblico impiego, ma non nel Comparto Sicurezza e Difesa. Al termine del Lockdown, quasi tutto il personale è stato richiamato nelle caserme e lo Smart Working è finito nel dimenticatoio, in barba alle misure contenitive. In estate il virus era quasi sparito e con esso l’esigenza di restare lontani dagli uffici.

In questi mesi però si è soltanto atteso il miracolo. Nulla è stato predisposto per incentivare e rendere possibile lo Smart Working, forse convinti che il Covid ormai era soltanto un brutto ricordo. Un errore che oggi potrebbe costare molto caro, sia al sistema sanitario nazionale, sia all’operatività di tutto il sistema “Sicurezza e Difesa”. 

La scorsa settimana il Covid ha ucciso il Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri Tonino Belli . Purtroppo non è l’unico uomo in uniforme deceduto a causa del virus, e tra quelli che nei mesi scorsi sono finiti in terapia intensiva, alcuni hanno riportato conseguenze irreversibili.

Infatti, per chi non ne avesse contezza, il Covid-19 non è pericoloso tanto per la mortalità, quanto per le conseguenze  che talvolta causa sull’organismo della persona colpita .

Orbene, circa l’epidemia Covid, l’INPS lo scorso 9 ottobre ha diramato una circolare contenente le indicazioni operative e chiarimenti per i lavoratori aventi diritto alla tutela previdenziale della malattia  ( CIRCOLARE INPS DEL 09 OTTOBRE 2020). Un sunto di norme che poco aiutano ad agevolare il distanziamento ed il lavoro agile.

Fortunatamente l’Onorevole Mininno , appena un giorno prima , con un emendamento era riuscito a far ripristinare gli istituti che tutelano poliziotti e militari in caso di contagio, come ad esempio l’ esenzione dal servizio “non Computabile” , altrimenti sarebbero stati guai seri .

Donato Capece, Segretario del SAPPE, la scorsa settimana ha denunciato l’esorbitante numero di positivi tra poliziotti e detenuti presente nelle carceri che sta superando tutti i record ed attende fiducioso l’intervento dell’AST , mentre i sindacati degli impiegati civili di Taranto, i rinomati Usb,  hanno chiesto la chiusura delle mense per paura di contrarre il virus( leggi QUI). Ci saranno riusciti?

Il 15 ottobre 2020 una direttiva della Direzione Generale del Personale Militare, sembrava aver risolto l’arcano per i militari. Nelle more delle disposizioni, si disponeva il protrarsi dei seguenti istituti fino al 31 dicembre 2020:

Lavoro Agile, Temporanea Dispensa dal Servizio, Malattia, Quarantena  e Permanenza Domiciliare. Questi strumenti fino ad oggi non sembrano essere stati utilizzati se non in percentuali minime dovute a casi di positività e di quarantena o  di persone con seri problemi al sistema immunitario.

Probabilmente al cessare dell’emergenza, il lavoro agile scomparirà insieme al virus, a prescindere se sia vantaggioso o meno per le amministrazioni. Il motivo? Resta un mistero. ( clicca QUI)

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