Così l’Italia addestra le forze irachene che si preparano alla battaglia di Mosul

Di GIAMPAOLO CADALANU
Nella base di Camp Dublin, accanto all’aeroporto di Bagdad, l’atmosfera dell’addestramento è rilassata. “Are you ready?”, “Siete pronti?”, chiede l’ufficiale dei Carabinieri. “Yeah!”, rispondono, come a un concerto rock, i poliziotti iracheni in elmetto e mimetica. Devono simulare l’attacco alla casa dove si è rifugiato un sospetto jihadista.
Avanzano in fila indiana, la testa incassata nelle spalle, ikalashnikov puntati. Poi il presunto integralista salta fuori, dotato di una pericolosissima pistola di legno, indossando una maglietta del Barcellona che in realtà un po’ sminuisce l’idea di minaccia.

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